tag:blogger.com,1999:blog-54210490064150596592024-03-14T03:58:22.475-07:00DOPING PER TUTTI?LA CONTROVERSIA SCIENTIFICAUnknownnoreply@blogger.comBlogger43125tag:blogger.com,1999:blog-5421049006415059659.post-23888095794445713892010-12-04T03:17:00.000-08:002010-12-21T08:57:13.824-08:00COS'E' UNA CONTROVERSIA?<div style="text-align: justify;"> <b>Dal campo scientifico, al palcoscenico politco, dal sociale al religioso. Tutti i campi di ciò che può definirsi controverso</b></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Scopo di questo blog è quello di descrivere una controversia, ma per poterlo fare è necessario fornire prima ai lettori una conoscenza base del significato di questa parola e contestualizzarlo nell' ambito che vogliamo utilizzare.</div><div style="text-align: justify;">Definizione da vocabolario: "Contrasto di opinioni, divergenza di idee su un determinato argomento che può dare origine a discussioni, dispute, dibattiti" </div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><img height="283" id="il_fi" src="http://www.libertiamo.it/wp-content/uploads/2010/05/dibattito.jpg" style="padding-bottom: 8px; padding-right: 8px; padding-top: 8px;" width="332" /></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"> Potremmo definire controversia il dibattito che si instaura tra due differenti correnti di pensiero su un qualsiasi argomento, politico, scientifico o religioso che vede nascere uno scontro "verbale" al fine di sostenere e portare avanti la differente opinione da ambo le parti.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Noi attraverso al creazione di questo spazio abbiamo voluto trattare una controversia di tipo scientifico di un tema abbastanza attuale e alla portata di un vasto pubblico. Lo scopo era quello di sviluppare un tema seguendo la linea guida che ci era stata fornita durante il corso di "Sociologia della scienza" dal prof: Bucchi che ci ha permesso quindi di analizzare la società attraverso l' utilizzo di questo strumento</div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5421049006415059659.post-699758215361858212010-11-15T08:11:00.000-08:002010-12-16T03:38:35.556-08:00COME MUOVERSI NEL BLOG<div style="text-align: justify;">Per facilitare la navigazione ai nostri visitatori proponiamo un breve riepilogo sui temi trattati nel blog in modo tale che risulti più facile accedere alle informazioni di proprio interesse e soprattutto per avere un' idea della struttura a cui abbiamo pensato creando questo spazio</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><b>NOVEMBRE</b></div><div style="text-align: justify;">presentazione della controversia trattata attraverso le dichiarazioni rilasciate dai massimi esponenti, le informazioni raccolte e il dibattito in questione</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><b>OTTOBRE</b></div><div style="text-align: justify;">di cosa si parla facendo riferimento alla parola doping, la sua storia e una prima "mappatura" del fenomeno </div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><b>SETTEMBRE</b></div><div style="text-align: justify;">gli attori di questa pratica, ciclisti, medici,lavoratori del settore, media. Protagonisti di un movimento sempre più ampio</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><b>AGOSTO</b> </div><div style="text-align: justify;">mese caldo di tematiche, gli effetti dannosi sull' organismo,le sostanze più conosciute, e il nocciolo della questione: pareri controcorrente rispetto all' uso comune, l' utilizzo dei farmaci "stupefacenti" a scopi rieducativi e di ricerca</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><b>LUGLIO</b></div><div style="text-align: justify;">la posizione della legge in tutto questo, le opinioni degli esperti e gli articoli più altisonanti</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><b>GIUGNO</b></div><div style="text-align: justify;">presentazioni del doping nel fenomeno sportivo attraverso i media</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><b>MAGGIO</b> </div><div style="text-align: justify;">piccolo excursus sui pareri "non" scientifici che subentrano inevitabilmente trattando queste tematiche e l' altra faccia della medaglia : il fenomeno dell' antidoping</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><b>APRILE</b></div><div style="text-align: justify;">presentazione del gruppo di lavoro che ha realizzato il blog e definizione di controversia</div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5421049006415059659.post-31332569598245971562010-11-10T23:55:00.000-08:002010-11-19T07:31:32.211-08:00DIBATTITO<div style="text-align: justify;"><span class="mw-headline" id="Dibattito"></span><span style="color: black;">È in corso un acceso dibattito sul significato della parola doping e sui risvolti che esso comporta: non tutti infatti concordano con la negatività del doping nella pratica sportiva. Vi è infatti chi sostiene che sarebbe più logico liberalizzare il doping in quanto troppo diffuso nella maggior parte degli sport agonistici e quindi fattore discriminante tra chi ne fa uso e può quindi vincere le gare e chi non ne fa uso relegato troppo spesso al ruolo di comprimario. Vi è infine un appunto riguardante la relatività del doping. Quelle sostanze che oggi non sono considerate dopanti in un futuro non molto lontano potrebbero essere considerate tali. Ciò creerebbe secondo alcuni diversità di trattamento tra gli atleti, di oggi e di domani. Spesso le sostanze vengono somministrate dagli allenatori stessi agli atleti che, inconsapevoli del danno che il doping provoca, accettano.</span></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><span style="color: black;">Alcune sostanze dagli effetti terapeutici come ad esempio la somatotropina (utilizzata con successo contro malattie come nanismo, osteoporosi, impotenza, ipogonadismo, stanchezza), il testosterone (utilissimo contro osteoporosi, impotenza, ipogonadismo, stanchezza, anemia, diabete mellito tipo 2) o l'eritropoietina (contro alcune forme particolarmente gravi di anemia e le paralisi da trauma spinale)<sup> </sup>ono state col tempo demonizzate a causa dell'uso antisportivo che spesso ne viene fatto. L'utilizzo sportivo di queste sostanze ha causato una campagna mediatica di critica nei confronti delle sostanze anabolizzanti (che aumentano cioè la sintesi proteica), che di fatto ha limitato il loro uso terapeutico e legale ed ha aumentato quello illegale, con grave danno per la salute pubblica. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="color: black;">Anche il comportamento dei medici è stato molto criticato, infatti l'omertà che la medicina ha avuto circa gli effetti positivi (aumento della struttura muscolare e ossea, buon umore, e per gli steroidi anabolizzanti, diminuzione dell'insulinoresistenza) e negativi degli ormoni anabolizzanti (atrofia dei testicoli, inibizione della sintesi endogena di testosterone, LH, FSH, GH, eccessiva conversione degli androgeni in estrogeni e diidrotestosterone) ha aumentato il divario di fiducia tra i medici e i preparatori atletici, il che ha provocato un aumento del mercato nero degli anabolizzanti<sup> </sup>simile a quello della droga) rivolto a persone che non hanno alcun bisogno di prendere le suddette sostanze, ma che anzi ne possono essere fortemente danneggiate, ciò inoltre ha impedito o limitato l'utilizzo di queste sostanze a persone che hanno patologie fortemente correlate con la carenza di steroidi anabolizzanti o di IGF I, come ad esempio insulinoresistenza, diabete mellito tipo 2, nanismo, osteoporosi, la cui cura non ha niente a che fare con le competizioni sportive </span></div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5421049006415059659.post-54294075640876384872010-11-10T08:00:00.000-08:002010-11-15T07:56:47.264-08:00DICHIARAZIONE CONTROVERSA<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"></div><div style="text-align: justify;"><b>ROMA, 5 ottobre 2010 - La bufera doping. Torri "il doping sarebbe da legalizzare".</b></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="http://images.gazzetta.it/Media/Foto/2010/10/05/1972848--300x145.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img alt="Ettore Torri, capo procura antidoping del Coni. Bettini" border="0" height="96" src="http://images.gazzetta.it/Media/Foto/2010/10/05/1972848--300x145.jpg" title="Ettore Torri, capo procura antidoping del Coni. Bettini" width="200" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><br />
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<dd>Ettore Torri, capo procura antidoping del Coni. Bettini </dd></td></tr>
</tbody></table><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;">La bufera che sta investendo Alberto Contador e il ciclismo non sorprende uno sconfortato Ettore Torri.<br />
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Dichiarazioni choc del capo della procura antidoping Coni. "Non sono l’unico che lo dice, ultimamente tutti i ciclisti che ho interrogato hanno detto che tutti si dopano. Non credo che il doping verrà estirpato" </div><br />
<div style="text-align: justify;"> Al punto che il capo della procura antidoping del Coni è convinto che tutti i ciclisti facciano uso di sostanze vietate e che il doping, oltre ad essere invincibile, andrebbe legalizzato se non fosse dannoso per la salute degli atleti. "Non sono l’unico che lo dice", ha spiegato Torri in un’intervista all'Associated Press parlando della diffusione di sostanze e metodi vietati, "ultimamente tutti i ciclisti che ho interrogato hanno detto che tutti si dopano". Secondo Torri se il doping non fosse dannoso per la salute degli atleti una soluzione possibile, per non configurare ingiustizie tra gli atleti, sarebbe la legalizzazione dell’abuso di farmaci: "Non è giusto quando si trova un atleta su cento", ha detto Torri. "Più lavoro in questo campo e più mi meraviglio della diffusione del doping. Non credo che il doping verrà estirpato", ha detto.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Fonte: www.gazzetta.it</div><div class="separator" style="border: medium none; clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="border: medium none; clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="border: medium none; clear: both; text-align: center;"></div><div class="separator" style="border: medium none; clear: both; text-align: center;"></div>Unknownnoreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-5421049006415059659.post-6696239790838547222010-11-10T07:35:00.000-08:002010-11-04T04:48:11.020-07:00SMENTITA DA PARTE DEL CONI<div style="text-align: justify;"><strong>ROMA - Il doping? Macchè liberalizzare...</strong></div><div style="text-align: justify;"></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Dopo l'uscita di Torri: “Andrebbe legalizzato", il Coni corregge il tiro: “Solo uno sfogo personale"</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Tanto rumore per nulla. E' stato tutto risolto da un comunicato, emesso dal Coni a seguito dell'incontro tra il presidente Giovanni Petrucci e il segretario generale Raffaele Pagnozzi, le 'alte sfere' del Coni, ed Ettore Torri, il Procuratore Capo Antidoping. Ieri Torri aveva dichiarato: “Il doping? Se non nuocesse alla salute sarebbe da liberalizzare. Tanto ne fanno uso tutti”. Apriti cielo, il Procuratore è pro-liberalizzazione? </div><div style="text-align: justify;">Tutto l'ambiente sportivo nazionale è rimasto spiazzato non poco e così è arrivata la smentita, o meglio, la risposta ufficiale a tutte le polemiche: “Torri è stato frainteso”. Il suo pensiero è stato mal riportato dalle agenzie, secondo il Coni “la trasposizione letterale del concetto di liberalizzazione, maturata attraverso sintesi giornalistiche, non andava interpretata come un’apertura verso una “depenalizzazione” del reato ma solo come lo sfogo, espresso in modo forse paradossale, di una persona che da anni lotta contro il problema”. Quindi da sfogo personale a caso nazionale, il passo è stato breve. Anche perché le istituzioni sportive stanno combattendo il fenomeno con severità da anni. </div><div style="text-align: justify;">Sulla homepage del sito si legge ancora: “L’impegno personale e l’opera meritoria dell'ufficio di Ettore Torri continueranno ai massimi livelli”, forti degli “importanti risultati nella lotta ad un fenomeno dilagante che, come è noto, in Italia è considerato anche reato penale”. Ricordiamo infatti che le posizioni della legislazione italiana sono tutt'altro che permissive o tese alla liberalizzazione, basti pensare che con la legge 376 del dicembre 2000 si prevede la reclusione da tre mesi a tre anni e la multa da cinque a cento milioni di lire (2.500/50.000 euro) a "chiunque procura ad altri, somministra, assume o favorisce comunque l’utilizzo di farmaci o di sostanze biologicamente o farmacologicamente attive". La giustizia sportiva non è meno rigida: al primo episodio punisce l'atleta con una squalifica di due anni e al secondo direttamente con la radiazione.</div><div style="text-align: justify;">Tra i più scossi il Presidente della Federciclismo Renato Di Rocco: “Torri mi ha meravigliato, specie per la posizione in cui si trova e con tutto il lavoro che è stato fatto in questi anni. Dire che tutti i corridori ricorrono a sostanze proibite non è una bella cosa”. Il caso è chiuso? </div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><strong>Mirco Rabacchi 06/10/2010</strong></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Fonte: <a href="http://www.sport.it/">http://www.sport.it/</a></div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5421049006415059659.post-89147484676378339772010-10-10T07:53:00.000-07:002010-11-03T03:25:17.838-07:00DI COSA SI PARLA<div style="text-align: justify;">Il <b>doping</b> è l'uso (o abuso) di sostanze o medicinali con lo scopo di aumentare artificialmente il rendimento fisico e le prestazioni dell'atleta. II ricorso al doping è un'infrazione sia all' etica dello sport, sia a quella della scienza medica. Sono diverse le possibili origini della parola “doping”. Una di queste è “dop”, bevanda alcolica usata come stimolante nelle danze cerimoniali del sud Africa nel <span style="color: black;">XVIII secolo</span>. Un'altra è che il termine derivi dalla parola olandese “doop” (una <span style="color: black;">salsa densa) che entrò nello slang americano per descrivere come i rapinatori drogassero le proprie vittime mescolando tabacco e semi del <i>Datura stramonium</i>, conosciuto una sostanza che contiene una quantità di alcaloidi, causando sedazione, allucinazioni e smarrimento. Fino al 1889, la parola “dope” era usata relativamente alla preparazione di un prodotto viscoso e denso di oppio da fumare, e durante gli anni '90 si estese a qualsiasi droga narcotica-stupefacente. Nel 1990, “dope” veniva anche riferito alla preparazione di droghe designate a migliorare la prestazione delle corse dei cavalli.</span></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><sup>Per maggiori informazioni <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Doping">http://it.wikipedia.org/wiki/Doping</a> </sup></div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5421049006415059659.post-14091721430467938842010-10-10T07:50:00.000-07:002010-11-23T15:38:50.069-08:00CRONOLOGIA DEL DOPING<div style="overflow: hidden;"><style>
#timelinemain{height:100px;background:transparent url(http://chart.apis.google.com/chart?chs=700x100&cht=bvs&chxt=x&chxl=0:%7C1880%7C1900%7C1920%7C1940%7C1960%7C1980%7C2000%7C&chxr=0,0,100&chxs=0,676767,11.3000002,0,tl,676767,676767&chd=e:AAAAAAT1HCDBAAFhISERAAAAFhAAJSDhDxCxAAAAAAAAAAICAACACxDBFRCxEBCxCADhHyFhExKSKiICPEQkOTXVTEJCJSHCKSNzQUNTLDNjm5SUTlamhI8e7Oqawr6O..zcAAAAAAAA,AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA&chbh=10,0,0&chg=14.29,0,5,6&chxp=0,0.0,14.3,28.6,42.9,57.1,71.4,85.7&chco=3366cc,bbcced&chm=R,bbbbbb,0,0.9959,1.0|h,bbbbbb,0,1.0,1.0,1&chxs=0,000000,11,-1&hl=it) 0 0 no-repeat;padding:0;margin:5px 0 1px}#timelinemain #years{position:absolute;list-style:none;padding:0;margin-left:2px}#timelinemain #years li{display:block;float:left;width:100px;height:100px}#timelinemain #years li a{display:block;height:99px;width:99px}#timelinemain #years li a:hover{border:1px solid #00f}#cnt{min-width:1182px}
</style></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;"><b>Sempre più spesso ascoltiamo rimpiangere quanto fosse pulito lo sport del passato. Eppure, scorrendo almanacchi dai fogli ingialliti, consunti articoli di quotidiani o pesanti volumi di storia dello sport, ben pochi sembrano essere gli indizi a riprova di questa romantica visione delle cose. Al contrario, sembra proprio che quella del doping sia una pratica vecchia quanto lo sport.</b></span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;"></span></div><div style="text-align: justify;"><i><span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;">Milano: Garzanti, 2008</span></i></div><span style="font-family: Georgia,"Times New Roman",serif;"></span><br />
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<div id="timelinemain" style="height: 101px; width: 660px;"><br />
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</ol></div><div style="overflow: hidden;"></div><div style="overflow: hidden;"></div><div style="overflow: hidden; text-align: justify;">Per scoprire il primo caso ufficiale di doping nel mondo del ciclismo bisogna postdatare il calendario al 1886, quando il ciclista gallese Arthur Lindon morì a seguito dell’assunzione di Tremitil nella gara Parigi-Bordeaux. Nel 1904, l’americano Thomas Hicks, dopo aver vinto la maratona olimpica di Atene, venne colto da un grave malore, e morì in conseguenza dell’impiego di stricnina. Stessa sorte per Dorando Petri durante la maratona olimpica di Londra del 1908. Nel 1949, al termine della corsa ciclistica Milano-Rapallo, Alfredo Felzini morì a causa dell’ingestione di simpamina e steamina. Nel 1960, alle Olimpiadi, il ciclista danese Hurt Hensen decedette per overdose da amfetamine. È tristemente famosa la morte del ciclista Tommy Simpson, durante il Tour de France del 1967, nell’ascesa al monte Ventoux, causato dalle stesse sostanze. Questo caso passa alla storia in quanto rappresenta la prima morte causa doping certificata nella storia. </div><div style="overflow: hidden; text-align: justify;"><br />
Tale fatto ha portato alla nascita del primo elenco di sostanze dopanti che infatti risale al 1968, ed è stato redatto dal CIO (Comitato Olimpico Internazionale). All’inizio conteneva solamente stimolanti e narcotici ma, negli anni successivi, se non ricordo male nel ’73, sono stati inseriti gli steroidi di sintesi e solamente nei primi anni ‘80 il testosterone. La lista si è via via aggiornata negli anni, fino al 2004, anno in cui è stata istituita la WADA (World Anti-Doping Agency), che ha redatto una sua lista contenente tutto quello che, fino ad oggi, conosciamo come sostanze dopanti.<br />
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Da Arthur Linton a Valentino Fois, passando per Tommy Simpson, Marco Pantani e José María Jiménez, altro leggiadro e tossico scalatore finito in depressione cronica, la storia del ciclismo è storia di morti esplicite e misteriose, morti sospette, come quella di Jacques Anquetil, il dandy che a ogni arrivo pretendeva di trovare ostriche, champagne e foie gras ma chissà alla partenza... o quella recente del sudafricano Ryan Cox. Testimoni, pentiti e gole profonde hanno raccontato negli anni tutto quello che c’era da sapere sul tema. Dalle bombe sciolte nelle borracce al doping ematico di oggi, passando per corticoidi, anabolizzanti, l’Epo, il doping è diventato negli anni '90 scientifico e sistematico, numerosi sono stati i casi, tristi gli esiti, amare le statistiche. Molti sono gli eventi ad avere suscitato scalpore ma ormai anche queste notizie sembrano non destare più scandalo, sembra quasi l'opinione pubblica ne sia satura.</div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5421049006415059659.post-618372687712718892010-10-10T07:49:00.000-07:002010-11-23T15:39:24.488-08:00MAPPATURA DEL DOPING<script src="http://api.silobreaker.com/Widget/Silobreaker-1.js" type="text/javascript">
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$(document).ready(function() {myWidget = new Silobreaker.Network({ query:"Keyphrase:Doping",showSliders: false, showTrashcan: false, showZoom: false, width: 400, height: 300, totalNodes: 10, apiKey: "ww83vz9nzr0yf142oezz", linkBaseUrl: "http://www.silobreaker.com/" }); Silobreaker.injectWidget("widget_54ce04b941", myWidget); });
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<div><div id="widget_54ce04b941"></div><a class="SB siloLink" href="http://www.silobreaker.com/">www.silobreaker.com</a><br />
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Per comprendere meglio un fenomeo bisogna sempre andare a mettere in relazione tutte le persone che ne sno coinvolte, seppur marginalemnte o anche spesso erronenamente tirate in ballo.<br />
<div style="text-align: justify;">Si scoprono così interessanti paralleli e reti che collegano tra di loro sconosciuti che magari ignorano gli uni e gli altri la reciproca esistenza ma sono indispensabili al medesimo lavoro che compiono.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Ecco che quindi celebri ciclisti dipendono dalla creazione di farmaci di complessi industriali di scala mondiale, che puntano ai successi degli atleti per reclamizzare un prodotto e per ottenere nuovi fondi da reinvestire. Con le vittorie arriva anche la fama, che porta a sponsor più importanti, che catturano l' attenzione dei media.</div><div style="text-align: justify;">Un businnes senza tregua che ingoia tutti in un vortige impazzito da cui nessuno sembra riuscire ad opporsi una volta travolto.</div><div style="text-align: justify;"><br />
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</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Per approfondire:</div><a href="http://www.silobreaker.com/FlashNetwork.aspx?DrillDownItems=11_1554876&q=doping&rd=true">http://www.silobreaker.com/FlashNetwork.aspx?DrillDownItems=11_1554876&q=doping&rd=true</a> </div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5421049006415059659.post-54788346490002738422010-10-10T01:00:00.000-07:002010-11-15T08:15:21.656-08:00IL DOPING DALLA "A" ALLA "Z"<div style="text-align: justify;">Il doping dalla A alla Z viaggio nel mondo dei farmaci che con il loro effetto alterano i risultati sportivi e gli equilibri interni del corpo</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Una recente indagine condotta dal dottor Beel in Australia ha portato alla luce una nuova realtà: l'uso di steroidi anabolizzanti si è spostato dallo sport professionale a quello amatoriale, dalle manifestazioni sportive più competitive a realtà occupazionali particolari (guardie del corpo, buttafuori, ballerini...), quindi da un uso professionalmente controllato si è passati ad un uso ricreativo spesso smodato.</div><div style="text-align: justify;">Migliorare l'aspetto fisico, le proprie performance e l'abilità atletica non sono più solo un problema sportivo, ma soprattutto sociale e sanitario. Sono sempre di più le persone che si rivolgono al medico per abuso di steroidi. L'assunzione di questi farmaci non è certo marginale come quella delle droghe "classiche" e ciò rende l'assuntore più restio a considerarsi tossicodipendente.</div><div style="text-align: justify;">Gli effetti medici e i rischi di queste sostanze sono ben documentati, ma gli effetti psichiatrici sono ancora poco studiati. In questi ultimi mesi in cui lo scandalo doping ha travolto, e stravolto, diverse attività sportive, l'ortopedico della nazionale italiana di calcio Andrea Ferretti, ha dichiarato di non condividere personalmente l'eccessivo uso di farmaci e ha denunciato lo scarso peso decisionale che i medici sportivi hanno nel limitare il sovraccarico farmacologico cui si sottopongono, per diverse ragioni, certi atleti. </div><blockquote><div style="text-align: justify;"><span class="special-quote"></span><span class="special-quote"></span></div></blockquote><div style="text-align: justify;"><b>codici e tabelle</b></div><div style="text-align: justify;">In Italia studiare la diffusione del fenomeno è pressoché impossibile. I dati sulla frequenza d'abuso sono ottenuti negli altri Paesi per autodichiarazione, qui da noi invece, dove scuola-sport non sono realtà coniugate come negli Stati Uniti, tali dichiarazioni sono difficili da ottenere. Da un punto di vista legislativo solo dal 1971 (legge 1099) si punisce chi modifica artificialmente le proprie (o altrui) energie naturali in occasione di prestazioni sportive. Nel 1975 è stato elaborato un decreto in cui compariva un elenco delle sostanze illecite;</div><div style="text-align: justify;">tale decreto però, poiché incompleto (mancano gli anabolizzanti) non è mai stato applicato. Oggi, nonostante le varie proposte di legge (aggiornamento dell'elenco e attivazione autonoma delle regioni), siamo ancora in attesa di un'adeguata regolamentazione e per le sanzioni si fa riferimento alle tabelle indicate dal Cio.</div><div style="text-align: justify;">Forse la tanto attesa riforma del Coni con l'adozione di un codice etico sportivo, come si propone il presidente Franchellucci del Centro sport all'aria aperta potrebbe essere risolutiva anche per lo scottante fenomeno doping. Inutile dire che, sebbene si conoscano meglio gli effetti di tali farmaci, il loro uso smodato è in aumento. Secondo il capo operatore a Liverpool dell'Unità di prevenzione delle tossicodipendenze, Lenehan, l'uso di steroidi per via iniettiva è passato, negli anni 1990-1995, dallo 1,8% al 19%. </div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><b>Disfunzioni sessuali</b> </div><div style="text-align: justify;">Gli steroidi anabolizzanti sono molecole che derivano dal testosterone, l'ormone maschile prodotto naturalmente dall'uomo (ma in quantità diverse anche dalla donna) con la funzione di sviluppare i caratteri sessuali, l'accrescimento corporeo e la sintesi proteica, in particolare quella delle proteine miofibrillari (molecole che determinano l'aumento della massa muscolare). L'effetto degli anabolizzanti infatti è proprio quello di costruire la massa muscolare.</div><div style="text-align: justify;">In campo medico il testosterone e i suoi derivati sono utilizzati per la terapia di disfunzioni sessuali (ipogonadismo ed endometriosi), ma anche in casi di osteoporosi (decalcificazione ossea) e cachessia (forte deperimento organico), in alcuni tipi di tumore polmonare e come terapia lenitiva nelle ustioni e nelle fratture. </div><blockquote><div style="text-align: justify;"><span class="special-quote"></span><span class="special-quote"></span></div></blockquote><div style="text-align: justify;"><b>Effetti Nocivi</b></div><div style="text-align: justify;">Ad una molteplice efficacia terapeutica si accompagnano però effetti collaterali da non sottovalutare. L'alto dosaggio o la lunga somministrazione danneggiano i reni e il fegato, aumentano il rischio di crisi cardiaca e di ictus cerebrale, inducono le alterazioni psicotiche tipiche degli stupefacenti:</div><div style="text-align: justify;">euforia allucinazioni, deliri e depressione.</div><div style="text-align: justify;">Anche gli anabolizzanti, come gli ormoni sessuali, modulano il comportamento aumentando l'aggressività, la libido e l'emotività. </div><div style="text-align: justify;">In un studio condotto in Usa nel 1993 tre medici psichiatri, Heather Schulte, Molly Joy Hall, e Michelle Boyer, hanno osservato nei loro pazienti, dediti ad abuso di ormoni:</div><div style="text-align: justify;">violenza domestica, danni alla persona e raptus criminali. È per questo che si parla di conseguenze sociali dell'uso di steroidi. Quasi sempre l'uso di anabolizzanti si associa ad una percezione inadeguata del proprio corpo, ad alti livelli di narcisismo e, nel caso dei professionisti dello sport, all'ansia da prestazione. Gli ingaggi miliardari sono senza dubbio un ottimo incentivo, per far uso di queste sostanze che, comunque, sono pur sempre dei farmaci. </div><div style="text-align: justify;"><b>Internet</b> L'approvvigionamento non è difficoltoso come per le altre droghe, pare che sia sufficiente una carta di credito per ordinarli via Internet. Quel che è problematico invece è accertarne la qualità, spesso la provenienza è dubbia, il mercato nero offre ottime contraffazioni per cui da un punto di vista igienico-sanitario tali prodotti non sono assolutamente da ritenersi sicuri; come se non bastasse, spesso si tratta di preparazioni non farmaceutiche, prodotte in laboratori illeciti del Messico e dell'Europa dell'Est, oppure di preparati riservati ad uso veterinario per cui è molto più facile cadere in overdose.</div><div style="text-align: justify;"><b>Curiosità</b> Neanche i giochi elettronici sono stati risparmiati dall'inarrestabile dilagare del fenomeno anabolizzanti, uno degli eroi virtuali più seguiti nello scorso anno dagli adolescenti è Duke Nukem l'impavido eroe che combatte gli alieni ricaricandosi con delle portentose razioni di steroidi. </div><div style="text-align: justify;"><b>La crescita muscolare</b></div><div style="text-align: justify;">La struttura muscolare viene potenziata dall'uso di farmaci steroidei che aumentano la produzione delle proteine miofibrillari, cioè dì quelle proteine che associandosi l'un l'altra vanno a costituire le fibrille: unità modulari di cui sono composti tutti i nostri muscoli. Anche la ritenzione idrica contribuisce all'aumento di peso e potenza. </div><h3 style="text-align: justify;">Paese per paese i farmaci dopanti </h3><ul><li><div style="text-align: justify;"><b>Primobolan Depot:</b> II suo principio farmacologico è metenolone enantato prodotto dalla Schering in fiale iniettabili e venduto in tutto Il mondo. Ha scarse proprietà androgene ma anche deboli effetti anabolizzanti </div></li>
<li><div style="text-align: justify;"><b>Anapolon:</b> L'Anapolone è in commercio in Messico e deriva dal diidrotestosterone. In clinica serve a combattere le anemie causate dalla mancata produzione di globuli rossi</div></li>
<li><div style="text-align: justify;"><b>Andriol:</b> Andriolo reperibile nelle farmacie Italiane è la nostra versione del prodotto della farmaceutica Organon</div></li>
<li><div style="text-align: justify;"><b>Hemogenin:</b> L'Emogenina prodotta in Brasile è un altro steroide molto diffuso e anche molto contraffatto</div></li>
<li><div style="text-align: justify;"><b>Anadiol</b>: l'Anadiol è il nome commerciale dell'oximetolone, uno degli steroidi più efficaci nell'aumentare il peso e la forza. E' particolarmente dammoso per le donne</div></li>
<li><div style="text-align: justify;"><b>Testoviron Depot:</b> il testosterone enantato è il iù popolare estere del testosterone utilizzato dagli atleti. Sono numerosa le farmaceutiche che lo producono in tutto il mondo. La somministrazione è settimanale ed ha forti effetti anabolici.</div></li>
</ul><h3 style="text-align: justify;">Pro e contro. Gli anabolizzanti esercitano sul nostro organismo effetti sia positivi che negativi. Comunque alterano la prestazione sportiva. </h3><h2 style="text-align: justify;">Gli effetti del doping sul corpo umano</h2><ul><li><div style="text-align: justify;"><b>Effetti psichiatrici in studio:</b> dipendenza, depressione, aumento dell'aggressività e della libido. Aumento del rischio di ictus cerebrale</div></li>
<li><div style="text-align: justify;"><b>cuore:</b> aumento del rischio di crisi cardiaca</div></li>
<li><div style="text-align: justify;"><b>fegato:</b> le cellule del fegato soffrono per l'eventuale sovradosaggio</div></li>
<li><div style="text-align: justify;"><b>organi sessuali:</b> gli steroidi anabolizzanti possono provocare ipogonadismo e altre disfunzioni. In clinica si ricorre al testosterone in caso di disfunzioni sessuali</div></li>
<li><div style="text-align: justify;"><b>Muscoli</b>: tono e massa muscolare vengono potenziati grazie all'aumento di proteine muscolari</div></li>
<li><div style="text-align: justify;"><b>Reni:</b> il sovradosaggio comporte un sovraccarico per la funzionalità renale</div></li>
<li><div style="text-align: justify;"><b>Ossa:</b> la decalcificazione ossea viene trattata terapeuticamente con gli ormoni</div></li>
</ul><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">di Silvia Sorvillo</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><a href="http://www.scienzita.it/articoli/medicina/doping_1999.html">http://www.scienzita.it/articoli/medicina/doping_1999.html</a></div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5421049006415059659.post-58504571759322421902010-10-06T05:49:00.000-07:002010-12-07T07:33:55.427-08:00DOPING E SPORT ALL' ALBA DELL' ERA MEDIATICA<div style="text-align: justify;"><strong>Il doping è fenomeno sociale, non solo fatto sportivo; è manifestazione culturale e non mera materia medico-farmacologica. Nei tratti attuali del doping emerge il carattere controverso e mutevole della morale con cui si misurano i fatti sportivi, con cui si giudica il gigantesco sistema mediatico e di mercato ad essi legato a doppio filo. Appare con chiara evidenza il ruolo delle pressioni economiche nello sport, i contrasti cui queste ultime danno vita quando si incontrano e si scontrano con l’ideale dell’etica sportiva</strong>.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><strong>Ciononostante l’attenzione dei media, della magistratura sportiva ed ordinaria, ma anche della ricerca scientifica sulle varie componenti del problema sembra focalizzarsi progressivamente sulle dimensioni tecniche del fenomeno, sostanze e metodiche, come se il doping fosse il parto esclusivo di una scienza e di una medicina piegata agli interessi del denaro.</strong></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Nel dopoguerra, il consumo di sostanze stimolanti dilagava su base epidemica, conquistando la pratica sportiva, sospinto anche dalla irrefrenabile immissione nel mercato delle scorte di amfetamine prodotte per gli eserciti in guerra. Sempre più numerosi, così, si facevano i casi di emergenze mediche da doping, gli episodi mortali. In Italia susciatava forte impressione la morte del ciclista Alfredo Falzini al termine della Milano-Rapallo del 1949 a causa dell’ingestione di simpamina e steanina. </div><div style="text-align: justify;">Nel decennio successivo, il il consumo di amfetamine da parte degli sportivi continuava a crescere. Il problema diveniva oggetto di discussione, la prima sul tema del doping, di una seduta del Comitato Olimpico Internazionale (CIO) a San Francisco, nel 1960. Il presidente Avery Bundage rilevava la gravità del fenomeno e domandava ai membri dell’assemblea di riportare la questione all’attenzione dei governi sportivi dei rispettivi paesi.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">La preoccupazione del CIO si dimostrava purtroppo fondata. Pochi mesi più tardi, il 20 agosto 1960 a Roma, durante la gara olimpica dei 100 chilometri su strada, moriva il ciclista danese Knut Enemark Jensen.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">L’attenzione del CIO e i gravi incidenti da amfetaminici occorsi numerosi anche nelle gare tra dilettanti convincevano alcune federazioni sportive italiane della necessità di avere un chiaro quadro epidemiologico del problema. Nel 1961, un’inchiesta della federcalcio rivelava che il 22% dei calciatori italiani usava sostanze stimolanti e tra questi circa l’80% assumeva amfetamine. L’anno successivo una campagna antidoping della federazione ciclistica denunciava una condizione ancora più allarmante: ben il 50% dei ciclisti sottoposti ad esame risultavano positivi, soprattutto alle amfetamine.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Il 13 luglio 1967, nel corso della tredicesima tappa del Tour de France, durante la terribile ascesa verso la cime del mont Ventoux, il ciclista britannico Tom Simpson crollava sfinito a terra dopo essere caduto una prima volta. Ogni tentativo di rianimazione risultava vano. Simpson moriva all’ospedale di Avignone. L’esame post-mortem indicava nelle amfetamine la causa principale del decesso.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">L’anno successivo l’amfetamina faceva la sua prima vittima nel mondo del calcio. Ma il calciatore francese Luois Quadri era forse l’ultimo caso famoso di decesso per amfetamine. Negli anni Sessanta infatti la pratica del doping aveva lentamente mutato volto. Ciò si doveva in parte alla necessità di sfuggire ai controlli per gli amfetaminici che si erano venuti via via diffondendo nelle più importanti gare sportive ed in parte per i progressi stessi della ricerca farmacologica finalizzata al doping.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Dalla fine degli anni ’50, l’evoluzione qualitativa e quantitativa del doping si alimentava tuttavia anche da territori piuttosto distanti dalla pura ricerca medica e farmacologica. Quattro fattori principali vanno considerati a tal fine:</div><div style="text-align: justify;">1) Il forte significato politico assegnato alle competizioni sportive internazionali con l’inizio della guerra fredda. Lo sport diventava un terreno privilegiato di confronto e di studio reciproco tra i due blocchi ideologici facenti capo agli Stati Uniti e all’Unione Sovietica. Nello sport la corsa agli armamenti si configurava come applicazione scientifica, sistematica e statualmente organizzata di pratiche dopanti.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">2) Il nuovo atteggiamento sociale di fronte alle droghe diffusosi con il movimento di contestazione giovanile a partire dalla seconda metà degli anni ’60, più aperto, se non talora scopertamente favorevole al consumo e incline ad incoraggiare la sperimentazione nell’uso.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">3) La riformulazione del concetto di salute all’interno del nuovo quadro sociale per i valori e i comportamenti fortemente orientato verso il successo, l’efficienza, l’elevato livello di impegno e funzionalità, la capacità di adattarsi ad elevati livelli di stress. E corrispondentemente il definitivo delinearsi di una società morbosa, farmaco-centrica e medicalizzata, in cui con ingenuo fideismo e talora con modalità compulsive si cerca nei farmaci la soluzione immediata ad ogni minuto problema di natura fisica, spesso semplicemente estetico, al disagio psicologico più trascurabile.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">4) La spettacolarizzazione dello sport, soprattutto la trasmissione televisiva dell’evento sportivo, fenomeno che ha impresso un’accelerazione impressionante alla commercializzazione e alla colonizzazione economica delle attività sportive. Lo sport come spettacolo muove flussi di denaro colossali, induce alla ricerca ossessiva del risultato eccezionale, del primato ad ogni costo: i record fanno lievatare i guadagni per i diritti televisi, gonfiano i profitti e le quotazioni in borsa delle ditte che sponsorizzano l’evento sportivo eclatante, l’atleta e il team vincenti, moltiplicano i guadagni dei campioni. Inoltre, nello sport dei guadagni miliardi, potente ed unico mezzo di promozione sociale per alcune fasce di popolazione, si impone un nuovo calcolo del rapporto tra costi e benefici. L’infanzia e l’educazione sacrificate agli allenamenti, i rischi per la salute legati ai trattamenti medico-farmacologici possono ben valere gli “utili” economici e sociali legati all’affermazione sportiva.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Dagli steroidi agli ormoni umani ricombinanti:<strong> il doping endocrino</strong></div><div style="text-align: justify;">Alla fine degli anni ’50, l’orizzonte del doping si ampliava, agganciandosi all’emergere e allo sviluppo dell’endocrinologia. Il doping a base di ormoni, che risaliva all’antichità, era stato riproposto alla fine dell’Ottocento da Charles Brown-Sequard, uno dei padri della moderna endocrinologia. Il medico francese, che sosteneva di averne sperimentato personalmente i positivi effetti, prescriveva una terapia energizzante a base di estratti di testicoli di cane e di cavallo. La celebrata azione rivitalizzante del doping organoterapico di Brown-Sequard, tuttavia, era frutto esclusivo della suggestione, un effetto placebo. Gli estratti di testicolo infatti contengono quote irrisorie o nulle di ormoni steroidei androgeni, dato che gli organi sessuali maschili non immagazzinano gli ormoni sintetizzati.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><strong>Il doping ormonale</strong> diventava effettivamente praticabile nel 1935, quando Ernest Laquer isolava il testosterone. L’uso in clinica di questi steroidi anabolizzanti era finalizzato al trattamento dell’ipogonadismo. Ma la pratica sperimentale preclinica e la successiva applicazione in terapia dimostravano che tali sostanze potevano facilitare la crescita dei muscoli scheletrici. Ciò portava al loro utilizzo da parte di atleti che avevano la necessità di sviluppare fortemente la massa muscolare, come i praticanti di body building, o la potenza, come i sollevatori di pesi, i lanciatori di peso, di giavellotto, di martello, i discoboli.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">L’uso di <strong>steroidi </strong>con metodiche mirate si estendeva successivamente a tutti gli sport. Verso la fine degli anni ’30, Paavo Nurmi, il “finlandese volante”, invincibile fondista del ventennio precedente la seconda guerra mondiale, vincitore di 9 ori olimpici e tre medaglie d’argento in tre diverse olimpiadi, faceva da testimonial alla pubblicità di un farmaco ricostituente ed energizzante a base di testosterone da lui stesso usato. Nel 1939, il Wolverhampton, un team inglese di calcio, addirittura sperimentava la somministrazione di steroidi anabolizzanti su tutti i componenti della squadra. Con la fine degli anni Cinquanta il consumo di steroidi nel mondo dello sport raggiungeva una dimensione epidemica, interessando anche discipline più tecniche, come il tennis. Nel 1959, ad esempio, il tennista spagnolo Andres Gimeno confessava di farne uso.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Per gli sport di durata negli anni Settanta era stata introdotta, nello sci di fondo e nel ciclismo, <strong>l’autotrasfusione</strong>. Obiettivo di tale metodica era l’aumento della massa eritrocitaria, cioè a dire del numero dei globuli rossi e quindi del trasporto di ossigeno verso i muscoli. Questo razionale era alla base della prima forma di doping di tipo biotecnologico. Nel 1977, Miyake e i suoi collaboratori isolavano e purificavano l’ormone stimolante la produzione di globuli rossi, l’eritropoietina (EPO), dall’urina umana. Successivamente nei laboratori del Genetics Institute e di Amgen, due industrie biotecnologiche, veniva determinata la struttura degli aminoacidi dell’EPO pura, quindi identificato il gene, clonato e transfettato in cellule ovariche di cavia. Nel 1985 l’eritropoietina umana ricombinante entrava in commercio. Si apriva una nuova era per la cura delle malattie del sangue da carenza di eritrociti. Allo stesso tempo, però, la somministrazione di EPO, che mima gli effetti di un intenso allenamento in quota, diventava in breve una pratica generalizzata nella corsa e nello sci di fondo, ma soprattutto nel ciclismo, disciplina che ha infine consegnato la sostanza al clamore della cronaca nei Tour de France corsi nel 1998 e nel ‘99.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Nella seconda metà degli anni ’80, un’altra sostanza endocrina conquistava il gigantesco mercato dello sport: <strong>l’ormone della crescita</strong> (GH). La diffusione dell’uso del GH si è accompagnata ad un notevole incremento di farmaci e supplementi alimentari che stimolano la produzione e il rilascio del GH endogeno, come certi aminoacidi, i beta-bloccanti, la clonidina (un farmaco antipsicotico di ultima generazione), la levodopa e la vasopressina. Il GH rappresentava un valido sostituto degli steroidi anabolizzanti in quanto anch’esso stimola l’aumento della massa corporea e possiede azione anabolizzante. In aggiunta il GH aumenta la mobilizzazione dei lipidi dai tessuti adiposi ed accresce l’ossidazione come fonte di energia, risparmiando il glicogeno muscolare. Tuttavia, nessuno studio attestava conclusivamente degli effetti ergogenici del GH sugli atleti, ciononostante questo ormone diventava un elemento essenziale della preparazione di molti atleti di punta, soprattutto per il fatto che non esisteva e non esiste tuttora un test in grado di rilevarne il consumo.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">L’uso del GH è stato indicato come causa della malattia di Creutzfeldt-Jakob, una delle forme umane di encefalopatia causata dai prioni, come il cosiddetto morbo della mucca pazza. L’ormone della crescita veniva estratto dall’ipofisi dei cadaveri. È verosimile quindi che alcuni alcuni lotti siano stati contaminati dal virus a lunga incubazione che causa la malattia di Creutzfeldt-Jakob. E, dato che non esistevano metodi per rilevare la presenza di tale contaminante, il GH veniva ritirato dal mercato nel 1985. L’anno successivo le ricerche biotecnologiche portavano alla produzione del GH umano ricombinante, il cui uso nello sport tuttavia non è esploso come gli steroidi per i suoi costi e per la difficoltà di acquistarlo allo stato puro.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Più recentemente, un altro prodotto della ricerca biotecnologica con potenti effetti anabolizzanti ha iniziato la conquista del mercato del doping: l’IGF-1. L’IGF-1 (insulin-like Growth Factor) è un peptide analogo alla proinsulina usato nella terapia di alcune forme di nanismo e nella cura del diabete resistente all’insulina. Come l’EPO e il GH, l’uso di IGF-1 non è attualmente rilevabile con i test antidoping.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Non sono stati pochi in questi anni i deliri da febbre del doping o le esagerate speranze riposte in alcune sostanze farmacologiche e integratori alimentari. Alla fine degli anni Cinquanta, ad esempio, l’olio di germe di grano divenne popolarissimo tra gli sportivi quando si diffuse la notizia che i nuotatori americani lo avevano introdotto nella dieta durante la preparazione delle Olimpiadi di Melbourne del 1956, dove avevano colto successi importanti ed alcuni record mondiali. Ancora più famosa ed abusata da sportivi di ogni livello diveniva la carnitina somministrata dai preparatori alla nazionale italiana di calcio ai mondiali di Spagna del</div><div style="text-align: justify;">1982.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><strong>Biotecnologia e ingegneria genetica: l’inizio di una nuova era del doping?</strong></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Questo per le sostanze più conosciute e per le pratiche accertate e maggiormente diffuse. La dimensione ufficiale del doping è nulla però se confrontata con la grandezza reale del fenomeno. Hein Verbruggen, presidente della federazione internazionale di ciclismo, suggerisce che le sostanze e le pratiche dopanti oggi non rilevabili dai test e non incluse nelle tabelle costituiscono il 90% dei casi stimati di doping.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Ma non è soltanto questa enorme discrepanza tra doping ufficiale e doping reale l’elemento che più deve indurre a riflettere. Fenomeni ben più significativi sono la rapida estensione allo sport delle applicazioni biotecnologiche e dell’ingegneria genetica o addirittura l’uso dello sport come laboratorio per la sperimentazione di nuovi prodotti biotecnologici e protocolli della manipolazione genetica.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Mentre infuriano gli infecondi e strumentali strepiti del dibattito bioetico e politico determinato dall’isolamento negli embrioni umani delle cellule staminali, si sta già ipotizzando lo studio dell’utilizzo di queste cellule, capaci di riparare e dar vita ad ogni tipo di tessuto biologico, per aumentare in maniera non rilevabile, le performance psicofisiche degli atleti.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">In linea di principio, è ormai realizzabile il doping genetico, potenziando le funzioni fisiologiche con la diretta manipolazione del DNA, come si fa con la terapia genica somatica. Vista l’evoluzione della scena sportiva, ancora più suggestive ed inquietanti risultano le prospettive della terapia genica germinale. Questa metodica, applicata sulle cellule della linea germinale, permette di trasmettere i suoi effetti alla prole dell’individuo trattato. È una possibilità strabiliante che mette nelle mani dell’uomo un potere che la natura dispiega in millenni e, vista la direzione evolutiva assunta dallo sport legato al mercato e ai media, alimenta incognite, adombra minacciosi scenari a venire.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Le fenomenali potenzialità della applicazioni allo sport dell’ingegneria genetica e della biotecnologia, tutte peraltro non rilevabili dai test antidoping, non costituiscono tuttavia il motivo primario di inquietudine nella scena sportiva attuale. La storia e l’analisi critica del fenomeno e delle sue rappresentazioni sociali suggeriscono che il problema del doping è caratteristicamente una questione etica. Le dimensioni del doping non sono tanto legate alla capacità tecniche di manipolare le funzioni psicofisiche degli atleti quanto ai contesti morali e simbolici più generali in cui si realizzano le attività sportive, ai valori rappresentati nelle competizioni tra atleti, alle regole cui questi valori danno forma, alle finalità che nello sport e attraverso di esso vengono perseguite.</div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5421049006415059659.post-9159474878236212562010-10-01T04:54:00.000-07:002010-11-28T02:09:22.080-08:00PANORAMICA SUL DOPING<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgrVRflvWMe8AXh-HcMKyu4rYMyeL1Xryk9DxPT1TfqYnSf1XgnSZg3szjya3Y6FIXibgr4loRw8-MISMCGorh6nkCUNgAAhwrZTiW226CdDeA7U0ePaCn5Siye0Zn6TcMF53Vv5BMUK93C/s1600/doping.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="227" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgrVRflvWMe8AXh-HcMKyu4rYMyeL1Xryk9DxPT1TfqYnSf1XgnSZg3szjya3Y6FIXibgr4loRw8-MISMCGorh6nkCUNgAAhwrZTiW226CdDeA7U0ePaCn5Siye0Zn6TcMF53Vv5BMUK93C/s400/doping.png" width="400" /></a></div>Unknownnoreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-5421049006415059659.post-48424742740369653202010-09-10T23:22:00.000-07:002010-11-15T08:16:01.864-08:00ATTORI DEL DOPING<b>Padova- agosto 2010, Doping e ciclismo: un’altra estate difficile </b><br />
<img src="http://www.dotcycle.it/wp-content/uploads/ciclismo_doping_petacchi_italia.jpg" /><br />
<div style="text-align: justify;">Il ciclismo italiano sembra non trovare pace, l’inchiesta antidoping della Procura di Padova resa pubblica durante lo svolgimento dell’ultimo Tour de France, è solo l’ultima di una lunga serie di inchieste contro il doping nel ciclismo. Tra coloro che risultano iscritti nel registro degli indagati di questa inchiesta, vi è un nome eccellente del ciclismo di casa nostra, lo spezzino Alessandro Petacchi, maglia Verde all’ultimo Tour de France. Petacchi interrogato dai Carabinieri si avvalso della facoltà di non rispondere, vedremo come proseguiranno le indagini e come la posizione di Petacchi sarà considerata. Intanto la Procura Antidoping del Coni ha deciso di vederci chiaro in questa storia e ha convocato il corridore per il 24 agosto prossimo. Petacchi rischia tanto per quel che concerne la giustizia sportiva, visto l’aggravante di una sua precedente squalifica, conseguenza di una eccessiva presenza dell’antiasmatico salbutamolo, nelle analisi effettuate durante il Giro d’Italia 2007. Occorre dire che molti hanno sollevato dubbi su tale squalifica, poiché la non negatività di Petacchi sembra essere dipesa più da una leggerezza che da una furbizia. Detto del caso Petaccchi, l’estate del ciclismo italiano deve fare i conti con un altro caso spinoso, il caso Pellizzotti, la maglia a Pois del Tour 2009 è stata fermato dall’attività agonistica alla vigilia dell’inizio dell’ultimo Giro d’Italia a causa di valori anomali presenti nel suo passaporto Biologico. L’Ufficio di Procura Antidoping del Coni ha chiesto per lui una squalifica di due anni, si attende la decisione del Tribunale Antidoping del Coni. Passando alle note liete, le posizioni di Alessandro Ballan, Damiano Cunego e Mauro Santambrogio, nell’inchiesta della procura di Mantova venuta alla luce la scorsa primavera, non sono risultate essere contrarie alle leggi sportive e giudiziarie, anche se alcune conseguenze la vicenda le ha comunque provocate. Ballan non ha potuto disputare le classiche del nord, gare a cui lui per’altro teneva moltissimo, così come il compagno di squadra Santambrogio, a causa di una discutibile sospensione da parte della loro squadra, ovvero la Bmc. La notizia però più triste dell’estate per il ciclismo italiano è la conferma della cancellazione della medaglia d’argento olimpica di Pechino di Davide Rebellin, da parte del Tas di Losanna. Ricordiamo che Rebellin era risultato positivo al Cera in un controllo effettuato in seguito alla competizione olimpica di Pechino. Ricordiamo anche che Rebellin si è sempre proclamato innocente e per questo aveva effettuato un ricorso contro la decisione di togliergli la medaglia olimpica, ricorso che però è stato rigettato dal tribunale di Losanna. Vicenda grave, poiché l’Olimpiade è la competizione sportiva che più dovrebbe rappresentare i valori di lealtà è correttezza. Se il ciclismo italiano deve fronteggiare diversi casi di doping o presunti tali, anche gli altri paesi hanno i loro casi di illeciti sportivi. Aleajandro Valverde uno dei corridori spagnoli più rappresentativi sta scontando una squalifica di due anni per il coinvolgimento nell’Operaciòn Puerto, quella per intenderci che ha portato alla squalifica di Ivan Basso, mentre si susseguono le accuse di doping nei confronti di Lance Armstrong da parte dei suoi ex compagni di squadra, che potrebbero gettare un’ombra su i successi dell’americano. Il doping è sicuramente il primo male del ciclismo odierno, è giusto che chi sbaglia paghi, è però anche giusto che coloro che scontano la loro pena possano rientrare nel circuito senza creare scandalo. Vedi i casi di Ricco e Basso. Il ciclismo fatica a trovare tranquillità anche se non bisogna perdere la speranza per un ciclismo pulito, per rispondere così in maniera positiva ai legittimi dubbi dei tanti appassionati di questo sport.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Paolo Cugnata</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5421049006415059659.post-66024769160314854142010-09-10T07:24:00.000-07:002010-11-04T04:36:09.118-07:00PROTAGONISTI DEL DOPING<div style="text-align: justify;"><b>SEOUL - Alcuni casi alle olimpiadi e un braccialetto per dire di no</b></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Di Luca, Torri e il Doping Legalizzato </div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgFxQ-PKWEeXRurPTUr5lZ62rDFPAZPVurLzvvPzjM83xrcjxz35XmbwQ8T4f9V8VKlSMQorD1dy_k_IwcMs8JXFOJfx027evCJuCDU7-eFjjJkcfgh92672eN1PAfiQJUTgfN5cLnhcBnC/s1600/ic8s60.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="213" nx="true" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgFxQ-PKWEeXRurPTUr5lZ62rDFPAZPVurLzvvPzjM83xrcjxz35XmbwQ8T4f9V8VKlSMQorD1dy_k_IwcMs8JXFOJfx027evCJuCDU7-eFjjJkcfgh92672eN1PAfiQJUTgfN5cLnhcBnC/s320/ic8s60.jpg" width="320" /></a></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Un primo incontro con il doping penso sia stato alle Olimpiadi dei 1988: Seoul, orari impossibili, Ben Johnson il canadese di origine giamaicana che quando percorre i cento metri dalla partenza al traguardo muove i suoi muscoli che sembra una locomotiva. Uomo che nella finale batte Carl Lewis con irridente facilità facendo segnare al cronometro un tempo stratosferico, 9,79, eguagliato solo dieci anni dopo da un altro Canadese Donovan Bailey, ottenuto alzando un braccio.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Ben Johnson però è trovato positivo a tre diversi tipi di steroidi e la sua favola finisce.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Doparsi, assumere sostanze proibite per migliorare le proprie prestazioni sportive, pratica molto diffusa che ha fatto emergere scandali su scandali ma nessuno se n'è mai troppo interessato fin quando non ha colpito sport più popolari causando danni anche gravi agli atleti.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><a href="http://succhiarote.blogspot.com/2010/10/di-luca-torri-e-il-doping-legalizzato.html">http://succhiarote.blogspot.com/2010/10/di-luca-torri-e-il-doping-legalizzato.html</a></div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5421049006415059659.post-30156582690931722352010-09-10T07:23:00.000-07:002010-12-14T06:11:10.369-08:00DOPING TRA I CERVELLONILa pratica del doping sembra oramai destinata ad allargarsi anche alle sfere più impensabili della nostra società: infatti dopo lo scandalo nel ciclismo e nell' atletica ecco che anche gli scienziati e gli intellettuali fanno "coming out" e dichiarano i benefici e talvolta la necessità ad assumere sostanze stimolanti<br />
Di seguito il serizio del TG1 sull' argomento<br />
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<object height="385" width="480"><param name="movie" value="http://www.youtube.com/v/BMP4kyTOZ-w?fs=1&hl=it_IT"></param><param name="allowFullScreen" value="true"></param><param name="allowscriptaccess" value="always"></param><embed src="http://www.youtube.com/v/BMP4kyTOZ-w?fs=1&hl=it_IT" type="application/x-shockwave-flash" allowscriptaccess="always" allowfullscreen="true" width="480" height="385"></embed></object>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5421049006415059659.post-91432538755754963432010-09-08T05:49:00.000-07:002010-12-09T02:28:31.216-08:00IL DOPING DI OGNI GIORNO<a href="http://www.blogger.com/post-edit.g?blogID=5421049006415059659&postID=9143253875575496343" id="top" name="top"></a><br />
<h1 style="text-align: justify;">Doping: siamo proprio sicuri di non utilizzare anche noi sostanze dopanti?</h1><div style="text-align: justify;">A cura della Dottoressa <a href="http://community.my-personaltrainer.it/Professionisti/Nutrizionista/Annalisa_Subacchi" target="_blank">Annalisa Subacchi</a></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Ormai la parola doping è diventata di uso comune nel vocabolario italiano. Ogni giorno la tv ci parla di atleti trovati positivi al doping: si parla di doping per ciclisti, calciatori, maratoneti, body builder... insomma per la maggior parte degli atleti. Tuttavia non dobbiamo pensare che le sostanze dopanti siano così lontane dalla nostra vita quotidiana: infatti, anche noi nel nostro piccolo utilizziamo sostanze che crediamo innocue, e che invece ci danno energia e potenza al pari delle stesse sostanze dopanti. Anche un semplice medicinale acquistato in farmacia o al supermercato, se assunto in un contesto particolare è considerato doping, altrimenti è legale; in ogni caso è sempre una sostanza legata al doping.</div><div style="text-align: justify;"><img align="left" alt="sostanze dopanti" height="317" src="http://www.my-personaltrainer.it/sport/sostanze-dopanti.jpg" width="245" />Prima di tutto diamo una definizione della parola in questione: <b>doping</b> (o <i>drogaggio</i>) è l'uso (o abuso) di sostanze o medicinali con lo scopo di aumentare artificialmente il rendimento fisico e le prestazioni dell'atleta. Il ricorso al doping è un'infrazione dell'etica dello sport.</div><div style="text-align: justify;">Diverse sono le origini della parola: "dop", bevanda alcolica usata come stimolante nelle danze cerimoniali del sud Africa. Un'altra ipotesi sostiene che il termine derivi dalla parola olandese "doop" (una salsa densa) che entrò nello slang americano per descrivere come i rapinatori drogassero le proprie vittime mescolando tabacco e semi di stramonio, che causa allucinazioni, sedazione e smarrimento. Con gli anni '90, "dope" veniva riferito alla preparazione di droghe che miglioravano la prestazione delle corse dei cavalli.</div><div style="text-align: justify;">Ogni volta che pensiamo a sostanze dopanti, l'attenzione torna a farmaci come <a href="http://www.my-personaltrainer.it/amfetamine.html">amfetamine</a>, dopamina ed <a href="http://www.my-personaltrainer.it/eritropoietina-epo.html">eritropoietina</a>. Eppure anche noi, nel nostro piccolo, siamo dei "<i>dopati cronici</i>".</div><div style="text-align: justify;">Il semplice <a href="http://www.my-personaltrainer.it/nutrizione/caffe.html">caffè</a>, per esempio, è una sostanza dopante. Il caffè, infatti, aumenta la <a href="http://www.my-personaltrainer.it/ipertensione/misurare-pressione.html">pressione arteriosa</a>, è un eccitante, provoca <a href="http://www.my-personaltrainer.it/salute/insonnia.html">insonnia</a>, <a href="http://www.my-personaltrainer.it/salute/tachicardia.html">tachicardia</a> ed aumenta la <a href="http://www.my-personaltrainer.it/salute/diuresi.html">diuresi</a> ed il <a href="http://www.my-personaltrainer.it/metabolismo_basale.htm">metabolismo basale</a>. Può interagire anche con l'assorbimento di certe sostanze alimentari. Basti pensare per esempio al <a href="http://www.my-personaltrainer.it/salute/assorbimento-ferro.html">ferro, che è mal assorbito</a> nell'organismo se viene assunta troppa <a href="http://www.my-personaltrainer.it/caffeina.html">caffeina</a>. Inoltre ricerche scientifiche hanno dimostrato come il consumo di <a href="http://www.my-personaltrainer.it/salute/caffe.html">caffè</a> porti ad un aumento del <a href="http://www.my-personaltrainer.it/salute/colesterolemia1.html">colesterolo totale</a> (0,08 <a href="http://www.my-personaltrainer.it/salute/conversione-colesterolo.html">mmol/l</a> per ogni tazza di caffè (100 mg di caffeina), in quanto il caffè bollito presenta 1-2 grammi di <a href="http://www.my-personaltrainer.it/grassi-lipidi.html">grassi</a> in più rispetto al caffè filtrato).</div><div style="text-align: justify;">Altre sostanze spesso utilizzate nel quotidiano sono rappresentate dagli anestetici locali come per esempio <b>bupivacaina, lidocaina, mepivacaina e procaina</b>, sostanze affini alla cocaina presenti spesso in creme utilizzate per prevenire dolori o pruriti; in commercio si possono recuperare queste molecole all'interno di cerotti, gel, creme e spray nasali. Sostanze, quindi, che qualsiasi individuo, sano, ha consumato almeno una volta nella propria vita.</div><div style="text-align: justify;">Anche i <b><a href="http://www.my-personaltrainer.it/nutrizione/alimenti-diuretici.html">diuretici</a> </b>sono considerati sostanze dopanti nell'ambito sportivo. Infatti, queste sostanze aumentano la velocità del flusso urinario e la secrezione di sodio, accoppiato spesso al <a href="http://www.my-personaltrainer.it/sali-minerali/cloro.html">cloro</a> a formare il cloruro di <a href="http://www.my-personaltrainer.it/sali-minerali/sodio.html">sodio</a> (<a href="http://www.my-personaltrainer.it/sale.html">sale da cucina</a>), che quando è trattenuto in maniera eccessiva nel sangue è responsabile di gonfiori e <a href="http://www.my-personaltrainer.it/salute/ritenzione-idrica.html">ritenzione idrica</a>. Tuttavia l'abuso di diuretici, anche nella vita quotidiana, a lungo termine porta ad una perdita eccessiva di questi ioni, fino - in casi estremi - a collasso e morte. Spesso utilizzati durante le diete ipocaloriche, proprio per diminuire la ritenzione idrica, i diuretici, anche se venduti liberamente, dovrebbero essere assunti solo sotto stretto controllo dello specialista. In casi estremi di assunzione, per esempio per chi pratica body building a livelli estremi, solitamente il diuretico è somministrato prima di un'esibizione per mettere in maggior rilievo la muscolatura; tuttavia se l'atleta non è tenuto sotto stretto controllo medico si può incorrere in un'eccessiva diminuzione della pressione arteriosa, con shock, coma e morte.</div><div style="text-align: justify;"><b>Alcool</b>: sostanza dopante in ambito sportivo e vietata per chi deve guidare, ma c'è sempre il detto "un bicchiere di vino al giorno leva il medico di torno". Vero?</div><div style="text-align: justify;">L'<a href="http://www.my-personaltrainer.it/nutrizione/alcol.html">alcool</a> è presente non solo nel vino ma spesso anche in alcuni prodotti da banco acquistabili senza prescrizione medica, per esempio in alcuni inalatori o prodotti utilizzati come sedativi. A piccole dosi, come dice il proverbio, il vino, quindi l'alcool, è utile perché ricco di <a href="http://www.my-personaltrainer.it/antiossidanti.htm">antiossidanti</a>, <a href="http://www.my-personaltrainer.it/integratori/polifenoli.html">polifenoli</a> che trovandosi nelle bucce dell'uva durante la lavorazione del vino vengono trasferiti al prodotto finale; trattasi di sostanze capaci di neutralizzare i <a href="http://www.my-personaltrainer.it/salute/radicali-liberi.html">radicali liberi</a>, molecole o atomi prodotti naturalmente dal nostro organismo, ma correlati ad invecchiamento precoce ed a varie malattie quando sintetizzati in maniera eccessiva. Ad elevate dosi l'alcool inibisce le <a href="http://www.my-personaltrainer.it/fisiologia/sinapsi.html">sinapsi</a> del sistema nervoso centrale e periferico; di conseguenza i nostri <a href="http://www.my-personaltrainer.it/fisiologia/neuroni.html">neuroni</a> appaiono rallentati, in tal modo la continua somministrazione di alcool porta a perdite di coscienza fino a blocco cardiaco e morte (<a href="http://www.my-personaltrainer.it/salute/coma-etilico.html">coma etilico</a>).</div><div style="text-align: justify;">Importante è capire con esattezza quello che ingeriamo, che sia una sostanza alimentare od un farmaco. Non pensiamo inoltre che prodotti "legalizzati" o meglio "liberi" da prescrizione medica siano più sicuri di un vero e proprio farmaco; infatti, stiamo sempre entrando in contatto con sostanze chimiche formate da molecole che potrebbero interagire negativamente con quelle del nostro corpo. Da qui l'importanza di evitare il "fai da te"; chiedete sempre l'appoggio e anche il consiglio di un professionista prima di ingerire sostanze particolari, perché come dice un noto aforismo: <i>mangiare è una necessità, mangiare intelligentemente è un'arte</i>. (La Rochefoucoult).</div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5421049006415059659.post-55937485350466748402010-09-07T10:06:00.000-07:002010-12-09T02:29:21.972-08:00LE MOTIVAZIONI AL DOPING<div style="text-align: justify;"><b>Le cause sociali del doping sono rappresentate da tutte quelle forze che agiscono sulla mente di uno sportivo, partendo dal gruppo e dalle relazioni o, in modo più ampio, anche dalla società che ci circonda. Sempre più spesso, infatti, un forte stimolo al ricorso a sostanze dopanti è legato alle pressioni del gruppo, dei compagni di allenamento o di altre persone dell’ambiente sportivo, perfino di elementi dello staff o degli sponsors. Ancora più subdola è l’azione esercitata a livello psicologico dai modelli sociali di atleti di alto livello che, attraverso questo comportamento scorretto, sono riusciti ad entrare in classifiche ad alti livelli e ad entrare nel cuore dei tifosi.</b></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">1. LE MOTIVAZIONI AL DOPING</div><div style="text-align: justify;">Il ricorso al doping è un comportamento deviante spesso plurimotivato.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Nell’ambito degli studi sul doping da steroidi, pubblicati dalla International Society of Sport Psychology (1993), Anshel ha effettuato una classificazione che può essere utile per analizzare la motivazione al doping in generale. Secondo tale suddivisione possono essere distinte 3 principali categorie di motivazioni che inducono gli atleti a ricorrere all’uso di sostanze dopanti: </div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">a) CAUSE PSICOFISIOLGICHE</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">b) CAUSE PSICOLOGICHE ED EMOTIVE</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">c) CAUSE SOCIALI</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Il primo tipo di motivazioni è strettamente legato alla volontà da parte di un atleta di controllare, attraverso sostanze farmacologiche, il dolore, l’energia e l’attivazione psicofisica, nonché dal desiderio di agevolare il controllo del peso o il processo di riabilitazione dopo un infortunio.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">La seconda categoria di cause motivazionali che possono indurre gli atleti al doping è connessa con aspetti psicologici che possono riguardare soprattutto l’area dell’identità e quella dell’autostima. In particolare, infatti, gli atleti che ricorrono al doping possono essere spinti da paura di fallire, da sentimenti di insicurezza sulle proprie capacità, dal desiderio di essere competitivo o più semplicemente dalla ricerca di una perfezione psicofisica sovraumana. </div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">A tal proposito, una ricerca condotta dal servizio “Telefono Pulito”, nel contesto del progetto “Tallone d’Achille” coordinato dal servizio di Medicina Sportiva dell’AUSL di Modena, ha messo in luce che i giovani più disponibili a fare ricorso al doping sono soggetti già propensi a comportamenti dipendenti da sostanze (uso di cannabis), con basso livello di autostima e fortemente tesi alla ricerca del consenso da parte del gruppo dei pari.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Un altro studio condotto nelle province di Frosinone e Latina (Basso Lazio), e di Napoli ed Avellino (Campania), da parte della Cattedra di Igiene dell'Università di Cassino e del Servizio di Medicina dello Sport della Seconda Università di Napoli, ha avuto lo scopo di valutare conoscenze, attitudini e comportamenti degli atleti italiani nei confronti del doping. Anche questo studio ha sottolineato l’elevata incidenza di cause psicologiche ed emotive tra le motivazioni al doping, con una prevalenza di coloro che credono sia importante vincere a tutti i costi e discrete percentuali di atleti che dichiarano che occorre vincere per soddisfare le aspettative di altri (allenatori, genitori, ecc.). Inoltre, oltre il 10% del campione considerato dichiara che assumerebbe farmaci per vincere o per migliorare le proprie prestazioni.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Le cause sociali del doping sono rappresentate da tutte quelle forze che agiscono sulla mente di uno sportivo, partendo dal gruppo e dalle relazioni o, in modo più ampio, anche dalla società che ci circonda. Sempre più spesso, infatti, un forte stimolo al ricorso a sostanze dopanti è legato alle pressioni del gruppo, dei compagni di allenamento o di altre persone dell’ambiente sportivo, perfino di elementi dello staff o degli sponsors. Ancora più subdola è l’azione esercitata a livello psicologico dai modelli sociali di atleti di alto livello che, attraverso questo comportamento scorretto, sono riusciti ad entrare in classifiche ad alti livelli e ad entrare nel cuore dei tifosi.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">2. LE CONSEGUENZE DEL DOPING SULLA PERSONALITA’ E SUL COMPORTAMENTO DEGLI ATLETI </div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Le sostanze farmacologiche usate per migliorare le performances sportive, oltre a produrre gravi scompensi fisici, possono generare in un atleta rilevanti effetti a livello psicologico. </div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">In particolare, le aree che sembrano più compromesse sono quella comportamentale, quella relazionale e quella motivazionale, con effetti che possono essere transitori o che possono dar luogo a disagi psicologici che possono protrarsi anche dopo la fine della carriera.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">I cambiamenti psicologici che avvengono in seguito all’uso di sostanze dopanti sono stati studiati soprattutto tra i bodybuilders e suddivisi in tre gruppi, sulla base sia del criterio “durata dell’assunzione” che di quello dell’ “entità delle dosi”.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">1° gruppo: effetti precoci: comprende stati di euforia ed altri cambiamenti dell'umore, caratterizzati da un aumento della fiducia in se stessi, dell'energia, dell'autostima, ed un incremento dell'entusiasmo e della motivazione. In tale fase diminuisce la stanchezza, migliora la capacità di sopportazione del dolore e spesso compaiono sintomi di iperattivazione come l’insonnia, l’aumento della libido, l’agitazione e l’irritabilità.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">2° gruppo: effetti legati ad alte dosi: include perdita dell'inibizione e mancanza di giudizio, con umore instabile e maniacale. </div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">3° gruppo: effetti dopo assunzioni prolungate: racchiude tendenza ad essere sospettosi, polemici, impulsivi e molto aggressivi. Talvolta, gli effetti comportamentali possono essere particolarmente intensi ed aumentare fino a sfociare nella violenza, ostilità, comportamento antisociale, generando la cosiddetta "roid rage" (rabbia da steroidi). In alcuni casi questa rabbia può portare ad azioni molto pericolose quali tentati suicidi od omicidi, a seconda che venga rivolta verso il Sé o verso gli altri.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Come è evidenziato dalla classificazione degli effetti psicologici degli steroidi, tali sostanze, come altri farmaci dopanti, possiedono grandi potenzialità di seduzione legate agli effetti psicologici positivi descritti nella prima fase dell’assunzione.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Tuttavia, la stessa classificazione sottolinea l’esistenza di altri effetti psicologici negativi che si evidenziano solo quando ormai l’assunzione è in fasi più avanzate. Tali conseguenze rappresentano un vero e proprio “effetto di rimbalzo” e generano un crollo di tutte le abilità che precedentemente ci si è illusi di possedere, comportando insonnia, diminuzione della libido, e della concentrazione ed un contemporaneo aumento dell'ostilità e di pensieri paranoici che tendono ad influenzare le prestazioni e la vita quotidiana. Non è rara in questa fase l’osservazione della comparsa o di un aumento dei conflitti relazionali e matrimoniali.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Inoltre, come insegna la psicologia del successo, le conseguenze psicologiche del doping sono anche connesse alla possibilità di subire accuse, derisioni e colpevolizzazioni da parte dell’opinione pubblica e dei tifosi di gruppi sportivi contrapposti, come è accaduto nel corso di inchieste antidoping, che hanno causato un crollo inesorabile dell’immagine pubblica (e dell’identità privata ad essa strettamente intrecciata) di atleti vincenti.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">3. IL DOPING COME “DIPENDENZA” </div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Un aspetto psicologico relativo al ricorso al doping è la dipendenza. </div><div style="text-align: justify;">La dipendenza da sostanze dopanti è stata studiata e rilevata da Brower e coll., che hanno riportano una casistica di 24 giovani maschi sollevatori di pesi non agonisti, che risultarono dipendenti, manifestando sintomi di astinenza (depressione e stanchezza) alleviati dall'uso di steroidi. In tale studio, la dipendenza fu evidenziata tramite questionari basati sui criteri che definiscono la “dipendenza da sostanze” nel "Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali" (DSM-IV). </div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">In generale, i principali sintomi che mostrano la presenza di dipendenza dalle sostanze dopanti assunte, secondo i criteri del DSM-IV, sono:</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">• assunzione più elevata di quella progettata; </div><div style="text-align: justify;">• desiderio di diminuire o controllare la dose, nonostante l'incapacità di farlo; </div><div style="text-align: justify;">• frequenti intossicazioni o sintomi da astinenza in situazioni fisicamente pericolose; </div><div style="text-align: justify;">• gran parte di tempo speso in attività correlate all’assunzione delle sostanze dopanti; </div><div style="text-align: justify;">• l'uso continuato delle sostanze dopanti nasconde problemi causati o peggiorati dall'uso degli stessi; </div><div style="text-align: justify;">• aumenta la tolleranza e quindi sono richieste dosi sovraterapeutiche sempre crescenti; </div><div style="text-align: justify;">• si sviluppano sintomi d'astinenza quali depressione, stanchezza, cefalea e ritardi psicomotori;</div><div style="text-align: justify;">• gli steroidi sono usati per alleviare o evitare i sintomi d'astinenza.</div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5421049006415059659.post-62533823333484618272010-09-06T02:48:00.000-07:002010-12-07T07:34:42.134-08:00SPORT, DOPING E PSICOPATOLOGIA: CONFINI NON SEMPRE NETTI<div style="text-align: justify;"> <span style="font-family: inherit;"><strong>In certi casi lo sport stesso può essere considerato come una droga. La competizione sportiva compulsiva può essere paragonata a una forma di tossicomania per ragioni non soltanto fisiologiche ma anche psicologiche</strong></span></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">A priori, lo sport e la droga non hanno assolutamente nulla in comune. Sono due mondi profondamente antinomici. La droga evoca l'idea di debolezza, di alienazione, di imbrogli, di decadenza, di depressione e di morte. Lo sport, al contrario, è sinonimo di forza, di dirittura morale, di superamento di se stessi, di lealtà, di potenza e di vita. Da sempre, la pratica dello sport è raccomandata per indurre lo sviluppo fisico e l'elevazione morale della personalità. Viene spesso proposta come mezzo di prevenzione dei comportamenti antisociali e dei rischi di tossicomania.<br />
Ci sono volute le questioni relative al doping, estremamente pubblicizzate dai media, perché il pubblico realizzasse che esiste un legame importante tra questi due mondi.<br />
In certi casi lo sport stesso può essere considerato come una droga. La competizione sportiva compulsiva può essere paragonata a una forma di tossicomania per ragioni non soltanto fisiologiche ma anche psicologiche.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: inherit;">La competizione sportiva compulsiva può essere paragonata a una forma di tossicomania per ragioni non soltanto fisiologiche (stimolazione della liberazione di endorfine) ma anche psicologiche.<br />
Ricordiamo che l'esercizio fisico intenso aumenta anche la secrezione di prolattina, dei corticosteroidi e<br />
dell'ormone della crescita; questi diversi ormoni, associati alle endorfine, possono modificare l'umore.<br />
Se praticato in modo esagerato, lo sport è talvolta sintomatico dell'esistenza di un problema psichico.<br />
Per i soggetti che soffrono di tali difficoltà, la tentazione di ricorrere al doping è forte e, in caso di pratica<br />
prolungata, c'è un rischio notevole di cadere nell'uso di droghe sempre più potenti per riempire un vuoto e<br />
compensare uno stato depressivo, legato in parte a disfunzioni neurobiologiche cerebrali indotte, a lungo andare, proprio dai prodotti dopanti.</span></div><div style="text-align: justify;">La pressione del gruppo e la possibilità di notevoli guadagni possono spingere una gran parte degli atleti a ricorrere al doping. Soprattutto oggi che si può ordinare qualsiasi prodotto via Internet, tra cui gli steroidi</div><div style="text-align: justify;">anabolizzanti, i corticosteroidi, i beta bloccanti, gli stimolanti del sistema nervoso centrale, ecc. </div><div style="text-align: justify;">Per saperne di più al riguardo riportiamo di seguito il link che porta ad un articolo di di Jean Jacques Déglon che si è interessato del caso.</div><a href="http://www.medicinatossicodipendenze.it/pdf/MDT%2028%20articolo%20Dglon1.pdf">http://www.medicinatossicodipendenze.it/pdf/MDT%2028%20articolo%20Dglon1.pdf</a>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5421049006415059659.post-60905103808860453202010-08-22T07:22:00.000-07:002010-11-23T15:44:45.312-08:00LE SOSTANZE ILLECITE<div style="text-align: justify;">Estratto della Lista del Ministero della Salute</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><b>PRATICHE e METODI VIETATI IN GARA e FUORI GARA</b></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><u><i><b>M1. AUMENTO DEL TRASPORTO EMATICO DI OSSIGENODI IGENO</b></i></u></div><div style="text-align: justify;">1) Processi che aumentano artificialmente la massa eritrocitaria.</div><div style="text-align: justify;">Sono proibite le trasfusioni di sangue sia autologhe che eterologhe, salvo che per comprovate finalità</div><div style="text-align: justify;">terapeutiche. È altresì vietata la trasfusione di soli eritrociti.</div><div style="text-align: justify;">È proibita la somministrazione di Epoetina di qualsiasi tipo e di qualsiasi altra sostanza atta a produrre una</div><div style="text-align: justify;">stimolazione eritropoietica.</div><div style="text-align: justify;">È proibito l'uso di pratiche ipobariche/ipossiche</div><div style="text-align: justify;">2) Trasportatori di Ossigeno (Carrier).</div><div style="text-align: justify;">Sono proibiti l'uso di procedure, metodi e composti che consentono alla massa plasmatica di aumentare il</div><div style="text-align: justify;">trasporto di ossigeno rispetto alle condizioni basali, ivi compresi:</div><div style="text-align: justify;">Emoglobine modificate;</div><div style="text-align: justify;">Poliemoglobine;</div><div style="text-align: justify;">Emoglobine ottenute con tecniche ricombinanti;</div><div style="text-align: justify;">Emoglobine coniugate;</div><div style="text-align: justify;">Emoglobine microincapsulate;</div><div style="text-align: justify;">Emoglobina destran-benzen-tricarbossilato (Hb-Dex-BTC);</div><div style="text-align: justify;">Emoglobina bis-(3,5 dibromoscalicil) fumarato (alfa, alfa-HB);</div><div style="text-align: justify;">Emoglobina - raffinosio;</div><div style="text-align: justify;">Perfluorocomposti in grado di trasportare ossigeno, ivi compresi:</div><div style="text-align: justify;">F-Tributilammina;</div><div style="text-align: justify;">Fluosol DA 20 (Perfluorodecalina + perfluorotripropilammina);</div><div style="text-align: justify;">Perfluorodecalina (Flutec PP5);</div><div style="text-align: justify;">Perfluorottil Bromuro (C8F17Br);</div><div style="text-align: justify;">Perfluorodiclorottano ( C8F16Cl2);</div><div style="text-align: justify;">Dodecafluoropentano (DDFP);</div><div style="text-align: justify;">Perfluorocarbossilato stabilizzato con microparticelle di Ag –</div><div style="text-align: justify;">AgCO2 (CF2)n-CF3 con n = 10-12-14-16;</div><div style="text-align: justify;">3) Modificatori allosterici dell'emoglobina.</div><div style="text-align: justify;">È proibito l'uso di procedure, metodi e composti che consentono di modificare allostericamente l'emoglobina</div><div style="text-align: justify;">al fine di aumentare il rilascio di ossigeno della stessa a livello periferico, ivi compresi tutti i modificatori</div><div style="text-align: justify;">allosterici della serie RSR in particolare il composto RSR13 (efaproxiral), nonché la somministrazione di 2-3-</div><div style="text-align: justify;">difosfoglicerato e di metil-acetilfosfato.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><u><i><b>M2. MANIPOLAZIONE CHIMICA E FISICA</b></i></u></div><div style="text-align: justify;"><u><i><b>INTERVENTI SULLE CARATTERISTICHE CHIMICO-FISICHE DEL SANGUE E DELLE URINE E DEI CAMPIONI BIOLOGICI</b></i></u></div><div style="text-align: justify;">1) Utilizzo di sostanze che modificano artificialmente il pH, l'effetto tampone e/o il volume totale del sangue</div><div style="text-align: justify;">(plasma expanders).</div><div style="text-align: justify;">In particolare è proibita la somministrazione per infusione di tutte quelle sostanze che siano in grado di aumentare la volemia (anche per effetto osmotico), di modificare il pH e/o l'effetto tampone del sangue ivi</div><div style="text-align: justify;">compresi:</div><div style="text-align: justify;">Polimeri dei monosaccaridi, ivi compresi l’Amido idrossidietilato (HES) e il Destrano;</div><div style="text-align: justify;">Gelatina;</div><div style="text-align: justify;">Albumina umana;</div><div style="text-align: justify;">Lattato soluzione di Ringer;</div><div style="text-align: justify;">Acetato soluzione di Ringer;</div><div style="text-align: justify;">Soluzioni ipertoniche di qualsiasi natura;</div><div style="text-align: justify;">Soluzioni di bicarbonato Sodico ed altre soluzioni basiche;</div><div style="text-align: justify;">Altre infusioni endovenose attuate pre- (12 ore), durante o post- (12 ore) competizione devono essere giustificate da urgenti finalità terapeutiche e certificate dal medico prescrittore.</div><div style="text-align: justify;">2) Utilizzo di sostanze che alterano la composizione e le caratteristiche biochimiche del campione biologico.</div><div style="text-align: justify;">È vietata altresì l'assunzione di tutte le sostanze che possano in qualsiasi modo alterare la normale escrezione urinaria di farmaci e/o mascherare l'eventuale assunzione di sostanze proibite per doping, ivi compresi:</div><div style="text-align: justify;">Bromantan;</div><div style="text-align: justify;">Vasopressina e derivati;</div><div style="text-align: justify;">3) Manipolazione del campione biologico per alterarne la sua integrità.</div><div style="text-align: justify;">Sia prima che dopo la raccolta del campione è proibito l'uso di procedure, metodi e composti che alterano o</div><div style="text-align: justify;">sono indirizzati ad alterare l’autenticità, l'integrità, la validità dei campioni nonchè il regolare responso analitico, ivi incluse:</div><div style="text-align: justify;">• l'immissione in vescica attraverso cateterizzazione di "urina pulita", soluzione fisiologica, acqua distillata e di ogni qualsiasi altro liquido che possa alterare sia la concentrazione che la composizione del campione stesso;</div><div style="text-align: justify;">• l'addizione al campione di sostanze ossidanti (come Ipoclorito di Sodio. Perossido di Idrogeno) e di sostanze che comunque siano in grado di alterare la composizione quali/quantitativa del campione prelevato.</div><div style="text-align: justify;">• È altresì vietata l'alterazione della concentrazione del campione tramite aggiunta di qualsiasi</div><div style="text-align: justify;">solvente.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><u><i><b>M3. DOPING GENETICO</b></i></u></div><div style="text-align: justify;">È vietato il doping genetico o cellulare, che viene definito come l'utilizzo di geni, elementi di tipo genetico e/o</div><div style="text-align: justify;">cellule che hanno la capacità di migliorare la performance atletica.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><u><i><b>M4. ALTRI METODI E PRATICHE VIETATI</b></i></u></div><div style="text-align: justify;">Sono proibiti procedure, metodi e composti capaci di esplicare effetti anabolizzanti, o di produzione e rilascio</div><div style="text-align: justify;">endogeno di ormoni, ivi compresi gli omologhi e/o i derivati della serie delle "Ecdysteroides" e i peptidi di</div><div style="text-align: justify;">qualsiasi origine in grado di svolgere le azioni di sopra indicate.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: justify;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjL3JWWemxToMTwX1V1S9w_92tWbi7uikH73SFefbYy0E3l_OorqCxYXhxe9DMjXwiMKLm-dFBp5GJWhQQtiRVJvpqQ_3ipBRVvmAalFRDKKXVFM_QFpRH-D1qThvjdwlR8gv71qXD1e6mx/s1600/DOPING.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="400" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjL3JWWemxToMTwX1V1S9w_92tWbi7uikH73SFefbYy0E3l_OorqCxYXhxe9DMjXwiMKLm-dFBp5GJWhQQtiRVJvpqQ_3ipBRVvmAalFRDKKXVFM_QFpRH-D1qThvjdwlR8gv71qXD1e6mx/s400/DOPING.png" width="335" /></a></div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5421049006415059659.post-59405730603791550762010-08-10T07:22:00.000-07:002010-11-16T07:47:57.745-08:00EFFETTI SULL' ORGANISMO<div style="text-align: justify;"><b>Roma - Settembre 2007, Michele Tossani spiega gli effetti delle sostanze dopanti sull'organismo</b></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">In palestra e negli ambienti sportivi vengono usate come miglioratori di prestazioni.. ma sono vere e proprie bombe a orologeria per il nostro corpo. Ecco gli effetti collaterali.</div><div style="text-align: justify;">Innanzi tutto occorre precisare che per doping si intende l'assunzione, da parte di un atleta, di sostanze proibite per migliorare le proprie prestazioni. Nella definizione di doping rientrano anche le manipolazioni degli elementi che costituiscono il corpo umano (per esempio l’aumento del numero dei globuli rossi).</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Tra le sostanze più usate ci sono gli steroidi anabolizzanti che hanno caratteristiche simili agli ormoni sessuali maschili; il testosterone è il composto maggiormente usato.</div><div style="text-align: justify;">Gli effetti negativi di queste sostanze sono molti e su più piani. In un studio condotto negli Usa nel 1993 tre psichiatri, Heather Schulte, Molly Joy Hall, e Michelle Boyer, hanno osservato nei pazienti dediti ad uso di steroidi anabolizzanti: violenza domestica, danni alla persona e raptus criminali. Per questo si parla non solo di danni fisici ma anche di conseguenze sociali per l’suo di steroidi. L'uso di anabolizzanti si associa alla percezione inadeguata del proprio corpo, ad un narcisismo esasperato e all'ansia da prestazione sportiva.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Spesso dosi di sostanze illegali sono contenute anche all’interno di normali integratori, in particolare nei prodotti provenienti dall’America o da altri luoghi al di fuori della giurisdizione della Comunità Europea. Attenzione quindi alle etichette. E ricordatevi di diffidare da chiunque vi offra sostanze per aiutarvi nella pratica sportiva o per ottenere un qualche risultato, fosse anche il vostro allenatore od un vostro amico. Spesso infatti, in palestra o in altri ambienti sportivi, queste sostanze possono girare e può capitare che ve ne vengano offerte alcune: rifiutatele! Nessun risultato merita di compromettere la vostra salute. Se non conoscete queste sostanze o questi integratori, parlatene sempre in famiglia e con un medico di fiducia.</div><div style="text-align: justify;">Ecco un breve elenco di alcune delle sostanze dopanti più usate:</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><b>STIMOLANTI</b></div><div style="text-align: justify;">Gli stimolanti (efedrina, caffeina) vengono usati per migliorare le prestazioni fisiche ed aumentare la competitività degli atleti.</div><div style="text-align: justify;">Fra gli effetti collaterali dell’uso di stimolanti la letteratura ha accertato casi di infarto di miocardio e di tachicardia ventricolare anche in soggetti originariamente sani. Altri effetti sono cardiomiopatia, aritmie, insonnia, inquietudine, aggressività, turbe digestive, disturbi della sfera sessuale ed assuefazione</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><b>ORMONE DELLA CRESCITA (GH)</b></div><div style="text-align: justify;">E’ una delle sostanze maggiormente usate per l’aumento rapido delle masse muscolari. Gli effetti collaterali sono: reazioni locali in sede di iniezione, mialgie, astenia, cefalea, artralgie, diabete mellito, manifestazioni acromegaliche estetiche, ipertensione arteriosa, cardiopatia ipertrofica .</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><b>INSULINA</b></div><div style="text-align: justify;">Viene spesso utilizzata da persone sane come sostanza anabolizzante. Fra gli effetti ci sono il difetto di funzionamento del muscolo cardiaco, tossicità epatica, danni neuronali irreversibili, coma e morte.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><b>AUTOEMOTRASFUSIONE</b></div><div style="text-align: justify;">Si tratta di una pratica pericolossissima, utilizzata in particolare dai ciclisti, consistente nel prelievo del proprio sangue e nella reimmissione dello stesso all’interno dell’organismo. Il sangue reintrodotto mette il soggetto ad alto rischio di infarto, embolia, ictus.</div><div style="text-align: justify;">Inoltre l’autoemotrasfusione introduce nell’organismo importanti quantitativi di ferro con il rischio che questi vadano a compromettere la funzionalità di organi quali fegato, milza, pancreas e reni.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">In generale, l’utilizzo di sostanze dopanti produce effetti sulla sfera psichiatrica (dipendenza, depressione, aumento dell'aggressività, ictus cerebrale), sul cuore (crisi cardiache, aumento della pressione arteriosa), sul fegato (alterazione della funzionalità, cisti ematiche, tumori), sugli organi sessuali (ipogonadismo, infertilità, tumori alla prostata e alle mammelle). Altri effetti sono: per le donne l’assunzione di caratteristiche tipicamente maschili, come la voce profonda (irreversibile) e la crescita di peli sul viso (irreversibile); comparsa dell’ acne o peggioramento dei problemi di acne già esistenti; la ginecomastia, cioè lo sviluppo nell’uomo di ghiandole mammarie; lo shock anafilattico come reazione all’iniezione.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Prima di concludere va sottolineato che quello che conta, nella pratica sportiva, sia essa agonistica (cioè rivolta al raggiungimento di un risultato, come vincere una gara o una corsa…) sia essa amatoriale (come ad esempio l’andare in palestra per tenersi in forma…) non è il risultato in sé, ma la via che percorriamo per raggiungerlo. Quello che lo sport insegna, infatti, è la capacità di soffrire per raggiungere un risultato, di sudare, di apprezzare i sacrifici compiuti…”No Pain No Gain” dicono gli americani, cioè “nessuna sofferenza, nessun risultato”. Dare tutto quello che è possibile in allenamento, secondo i nostri limiti: questo è il bello dello sport! E vedrete che i risultati arriveranno e la soddisfazione di aver fatto tutto da soli sarà grande, così come crescerà la nostra autostima. Inoltre bisogna ricordare che lo sport è salute. Le medicine servono per curare le persone malate, non quelle sane.</div>Unknownnoreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-5421049006415059659.post-23219226145097250862010-08-10T07:19:00.000-07:002010-11-23T15:43:10.438-08:00PARERI CONTROCORRENTE<div style="text-align: justify;"><b>Ecco perchè secondo alcuni invece bisognerebbe sviluppare ulteriormente le sostanze che nel ciclismo sono usate per scopi "dopanti" in quanto permetterebbero alla scienza medica di risolvere molti problemi con i quali i medici devo confrontarsi ogni giorno.</b></div><b><div style="text-align: justify;"><br />
</div></b><br />
<div style="text-align: justify;"><b>Un piccolo focus sulle sostanze che potrebbero venire rivalutate: non più solo strumento di imbroglio ma anche mezzo di crescita e sviluppo</b></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><b>Gli stimolanti</b></div><div style="text-align: justify;">Le amfetamine sono stimolanti del sistema nervoso centrale, come la cocaina e l'efedrina. In ambito medico, si è sfruttata la capacità delle amfetamine di inibire lo stimolo della fame per combattere l'obesità. </div><div style="border: medium none; text-align: justify;"> </div><div style="border: medium none; text-align: justify;"><b>Gli anabolizzanti </b></div><div style="border: medium none; text-align: justify;"><br />
</div><div style="border: medium none; text-align: justify;"><a href="http://www.informazionisuifarmaci.it/database/fcr/sids.nsf/4cde79c085bc5503c125684d0047d9a0/eb59f5f0ca24e45ac1256f94004e01ef/descrizione/0.20CA?OpenElement&FieldElemFormat=jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img align="left" border="0" height="130" hspace="10" src="http://www.informazionisuifarmaci.it/database/fcr/sids.nsf/4cde79c085bc5503c125684d0047d9a0/eb59f5f0ca24e45ac1256f94004e01ef/descrizione/0.20CA?OpenElement&FieldElemFormat=jpg" vspace="5" width="99" /></a></div><div style="text-align: justify;">Un tempo somministrati per favorire la sintesi delle proteine nei pazienti debilitati, gli ormoni anabolizzanti hanno visto crescere nel tempo la loro popolarità in ambito sportivo sino a diventare un "fenomeno di massa". Gli anabolizzanti vengono impiegati, a dosi molto elevate, per accrescere la massa e la forza muscolare, ma questi risultati sono riscontrabili solo in alcuni atleti e solo se vengono abbinati ad una dieta appropriata e ad un programma di allenamento controllato. </div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><b>L'ormone della crescita </b></div><div style="text-align: justify;">L'ormone della crescita stimola l'accrescimento fisiologico e viene somministrato ai bambini che, essendone privi (dalla nascita o per qualche malattia), presentano difficoltà di sviluppo. </div><div style="text-align: justify;">Nell'adulto, l'ormone gioca probabilmente un ruolo fisiologico importante nel regolare la composizione corporea, con meccanismi di tipo anabolizzante. Queste proprietà, insieme al fatto che non è individuabile coi test di laboratorio, hanno reso l'ormone della crescita un farmaco di riferimento, soprattutto per gli atleti di alto livello e i culturisti. Gli studi hanno, però, chiaramente dimostrato che l'ormone della crescita non è in grado di aumentare il volume e la forza muscolare o la sintesi proteica in misura superiore a quanto ottenibile col solo allenamento intenso, né in adulti in buona salute né in atleti molto allenati. </div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;"><b>Eritropoietina </b></div><div style="text-align: justify;"><img align="left" height="180" hspace="10" src="http://www.informazionisuifarmaci.it/database/fcr/sids.nsf/4cde79c085bc5503c125684d0047d9a0/eb59f5f0ca24e45ac1256f94004e01ef/descrizione/0.60AA?OpenElement&FieldElemFormat=jpg" vspace="15" width="45" /></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">In medicina, l'eritropoietina (EPO) e la più recente darbepoetina servono per curare alcune forme di anemia. L'ormone stimola, infatti, la produzione di globuli rossi da parte del midollo osseo, aumentando di conseguenza sia l'ematocrito (volume dei globuli rossi per unità di volume di sangue) che la concentrazione di emoglobina nel sangue. L'eritropoietina migliora la capacità del sangue di trasportare ossigeno, il combustibile che i tessuti utilizzano per bruciare gli zuccheri e quindi per ottenere più energia per le prestazioni muscolari e per aumentare la resistenza alla fatica. </div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"></div><div style="text-align: justify;"><b>Insulina</b></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Com'è noto, i diabetici, che non la producono in quantità sufficiente, si autoiniettano l'insulina per abbassare la concentrazione di glucosio (uno zucchero) nel sangue e favorirne l'utilizzazione da parte dei tessuti. Poiché inibisce la degradazione delle proteine, l'insulina viene considerata da molti atleti come un ormone </div><div style="text-align: justify;">anabolizzante.</div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5421049006415059659.post-85477176797553499672010-08-10T06:59:00.000-07:002010-11-15T08:17:19.020-08:00CERTI RIFIUTI SI PAGANO CARO<div style="text-align: justify;"><span style="color: black;"><b>Il doping è uno degli aspetti più pericolosi e negativi legati allo sport: oltre a minare alla base il concetto di sport come veicolo di valori positivi sia a livello fisico che psicologico, è una fonte di problemi, paure e delusioni non solo per chi ne fa uso, ma anche per quegli atleti che decidono nonostante tutto di rimanere <i itxtvisited="1">puliti</i>.<br itxtvisited="1" />Ecco la testimonianza di una giovane ex ciclista, che da questo momento in poi chiameremo Cristina per rispetto della sua privacy, che dopo una brillante carriera che l’ha portata fino ai campionati mondiali si è vista chiudere tutte le porte in faccia per avere detto «no» al doping.</b><br itxtvisited="1" />La crescita sportiva di Cristina è stata veloce quanto promettente. <br itxtvisited="1" />«Ho iniziato a correre in bicicletta nel 1994, a 14 anni, e dopo un anno avevo già vinto la prima gara», racconta.<br itxtvisited="1" />«Poi è stato un continuo girare per l’Italia con diverse squadre, con cui ho ottenuto numerose vittorie, fino a quando nel 1997 sono stata convocata ai Mondiali di Ciclismo in Sud Africa per la categoria juniores: è stata un’emozione incredibile».<br itxtvisited="1" /><br itxtvisited="1" />Peccato che la gioia di Cristina sia stata offuscata da una grande amarezza. «Una volta arrivata in Sud Africa», confessa, «<b itxtvisited="1">pochi giorni prima della gara il commissario tecnico della Nazionale Italiana e alcuni collaboratori hanno proposto a me e alle altre 6 ragazze della squadra di fare alcune punture</b> con farmaci senza nome, dicendoci che erano solo vitamine. Era evidente però il contrario: si trattava di sostanze dopanti, anche se nessuna di noi sapeva esattamente quali. Io e un’altra ragazza abbiamo rifiutato, le altre 5 no».<br itxtvisited="1" /><br itxtvisited="1" />Perché, le chiedo, sei convinta si trattasse di doping? «Quando ho chiesto cosa fossero quei farmaci mi hanno risposto solo che <b itxtvisited="1">servivano per respirare meglio</b>», dice Cristina, «ma quando una mia compagna di squadra, che aveva fatto le famose punture, è arrivata seconda davanti a me ho capito che qualcosa non andava: prima di allora non mi aveva mai battuta».<br itxtvisited="1" /><br itxtvisited="1" />Ma non c’erano controlli medici prima della gara? «Sì», risponde Cristina, «ma chi somministra doping agli atleti sa il fatto suo: le concentrazioni sono studiate per sfiorare i limiti consentiti dalla legge senza superarli, e se questo non basta si ricorre allo <b itxtvisited="1">scambio dei campioni di sangue e urina</b>».<br itxtvisited="1" /><br itxtvisited="1" />Come ci spiega Cristina, una volta entrati nel giro dello sport agonistico ci si accorge che queste cose sono all’ordine del giorno: <b itxtvisited="1">tutti lo sanno</b>, dagli atleti ai preparatori ai medici sportivi, <b itxtvisited="1">ma nessuno interviene</b>. «Del resto», aggiunge lei, «tacere è nell’interesse di tutti: degli atleti che diventano ricchi e famosi, degli allenatori che risplendono della loro fama e dei comitati nazionali che portano prestigio al loro paese».<br itxtvisited="1" /><br itxtvisited="1" />Eppure riconoscere le ragazze <i itxtvisited="1">dopate</i> è tutt’altro che difficile: «hanno la muscolatura da uomo, la voce roca e una fitta peluria sul volto e sul petto, a causa degli ormoni della crescita e degli altri anabolizzanti. E corrono troppo veloce». <br itxtvisited="1" />«Sia chiaro», aggiunge Cristina, «per raggiungere quei risultati bisogna comunque essere allenate, ma la differenza tra una prestazione pulita e una <i itxtvisited="1">aiutata</i> è evidente».<br itxtvisited="1" /><br itxtvisited="1" />La delusione per Cristina è stata grande, e la speranza che si trattasse di una realtà limitata ai mondiali si è infranta presto. «L’anno dopo», dice, «ho partecipato ai Campionati Europei di ciclismo, e di nuovo la stessa situazione: punture miracolose, pillole senza nome e controlli pilotati», dice Cristina. «Io ho rifiutato di nuovo, e di nuovo sono stata battuta da atlete che, a differenza di me, avevano scelto la via del doping senza pensare alla loro salute».<br itxtvisited="1" /><br itxtvisited="1" />«Per le straniere, poi, è ancora peggio: molte vengono da gravi condizioni di povertà, e per guadagnare soldi e abbandonare un paese oppresso sono disposte a tutto», aggiunge amaramente Cristina.<br itxtvisited="1" />«Per noi italiane è diverso: nonostante i sacrifici e la fatica per arrivare in alto, siamo ancora libere di dire di no al doping e non mettere a rischio la nostra vita. Però <b itxtvisited="1">certi rifiuti si pagano cari</b>: nonostante le mie capacità e l’entusiasmo con cui ero stata lanciata all’inizio, l’anno dopo non sono stata riconvocata, e la porta del successo mi è stata sbattuta in faccia. In un mondo di cicliste dopate non potevo reggere la concorrenza senza doparmi io stessa, non potevo vincere e quindi agli sponsor non interessavo più. É stato allora che ho detto addio al ciclismo: <b itxtvisited="1">ora il solo vedere una bicicletta mi fa schifo</b>».</span></div>Unknownnoreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-5421049006415059659.post-85251603950924207032010-08-10T06:36:00.000-07:002010-11-23T15:48:06.883-08:00IL DOPING FA BENE<div style="text-align: justify;"> <b>POTREBBE EVITARE LA PARALISI</b></div><div style="text-align: justify;"><b><br />
</b></div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="border: medium none; text-align: justify;"><a href="http://consumatori.myblog.it/media/00/01/929681903.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="http://consumatori.myblog.it/media/00/01/929681903.jpg" style="border: 0px none;" width="150" /></a></div>ERITROPOIETINA ANTI-PARALISI<br />
<h3 style="text-align: justify;">Dal doping al Pronto Soccorso</h3><div> </div><div><div style="text-align: justify;"> </div><div style="text-align: justify;"><em>“Al Niguarda l’Epo a chi subisce incidenti gravi”.</em> <br />
<br />
<strong>L’eritropoietina</strong>, detta semplicemente Epo, si avvia verso un nuovo impiego che le farà cambiare aria: dall’armadietto di sportivi poco onesti alla corsia del pronto soccorso, come intervento di emergenza su chi subisce <strong>un trauma alla spina dorsale</strong>. <br />
<br />
La funzione dell’Epo, infatti, è <strong>produrre globuli rossi</strong> nel sangue; in caso di traumi spinali il farmaco, somministrato <strong>entro 8</strong> <strong>ore</strong> dal trauma, dovrebbe contenere i danni al midollo spinale conseguenti sia al ridotto flusso di sangue che al processo infiammatorio. <br />
Di qui la sua azione, importante per <strong>limitare i danni neurologici</strong> responsabili della paralisi. La sperimentazione è condotta nel nostro ospedale insieme con le principali Unità spinali di tutta Italia (Roma, Firenze, Torino, Verona, Perugia, Cagliari, Pietra Ligure e Sondalo).<br />
<br />
Per la prima volta L’Epo viene impiegata sugli uomini per limitare la disabilità conseguente alle lesioni midollari.Finora le ricerche sono state condotte solo in laboratorio, sui ratti, ottenendo buoni risultati.”</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;"><a href="http://www.ospedaleniguarda.it/admin/news/uploads/news/globuli_rossi_settata_thumb.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://www.ospedaleniguarda.it/admin/news/uploads/news/globuli_rossi_settata_thumb.jpg" /></a><em>Tratto da: Il Giornale di Niguarda</em></div></div><div style="border: medium none;"><br />
</div><br />
<div style="border: medium none;"><br />
</div><div style="border: medium none;"><br />
</div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5421049006415059659.post-74655734055467584842010-08-07T14:19:00.000-07:002010-12-09T02:00:24.332-08:00TERAPIA GENETICA<div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: small;">I recenti progressi ottenuti in ambito di terapia genica, aprono nuove ed interessanti prospettive per il trattamento delle diverse patologie; dal momento che le prime prove di terapia genetica sono state condotte con proteine strettamente correlate al doping (es. eritropoietina e ormone della crescita), il collegamento tra questa e lo sport è evidente.<br />
Il timore è che la manipolazione genica possa essere applicata anche per cercare di migliorare la performance sportiva; in questo senso l'Agenzia Mondiale Anti-Doping (WADA) ha già provveduto, inserendo il doping genetico nella lista dei metodi e delle sostanze proibite.</span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: small;">In teoria, tutti i livelli di proteine presenti all'interno del nostro organismo possono essere modulati attraverso la terapia genica.</span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: small;">La conferenza sul doping genetico che si è tenuta nel marzo del 2002 da parte di WADA [Pound R, WADA 2002], e il "Congresso Europeo del lavoro sull'Armonizzazione e gli Sviluppi Futuri della Politica Anti-Doping" che si è svolto in Arnhem, Olanda, nello stesso anno, hanno dato la possibilità a scienziati, dottori, medici, governi, organizzazioni anti-doping e industrie farmaceutiche, di scambiarsi qualsiasi tipo di informazione sui risultati delle ricerche e dei metodi di rilevazioni riguardo questa nuova tecnica di doping.</span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: small;">A partire dal 1 gennaio del 2003 il Comitato Olimpico Internazionale (CIO) ha incluso il doping genetico nella lista delle classi di sostanze e metodi proibiti [WADA, 2007]. Dal 2004 WADA si è presa la responsabilità di pubblicare la lista internazionale del doping, che viene aggiornata ogni anno. Il metodo del <b>doping genetico</b> incluso in questa lista è definito come l’uso non terapeutico di cellule, geni, elementi genetici o della modulazione dell'espressione genetica, con lo scopo di migliorare le prestazioni atletiche.</span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: small;">Questo articolo si propone di:</span></div><ol style="margin-top: 0cm; text-align: justify;" type="1"><li class="MsoNormal" style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: small;">chiarire se in ambito sportivo sia effettivamente possibile fare uso delle sempre maggiori conoscenze derivanti dalla terapia genica, ramo nuovo e promettente della medicina tradizionale; </span></li>
<li class="MsoNormal" style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: small;">identificare le possibili vie nelle quali la terapia genica possa essere utilizzata al fine di incrementare la performance. </span></li>
</ol><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: small;">In passato, hanno trovato spazio nel mondo dello sport anche quei farmaci che si trovavano ancora in una fase sperimentale di ricerca; per questo motivo, sia l'Agenzia Mondiale Anti-Doping (WADA) che il Comitato Internazionale Olimpico (CIO) hanno espresso le loro preoccupazioni.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: small;"><b><span style="font-family: "Times New Roman";">"Gli atleti non sono nati tutti uguali"</span></b></span><span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: small;">: questa è la citazione del Sir Roger Bannister, il primo uomo che ha percorso il miglio in meno di 4 minuti. Persone dalle diverse origini etniche possono </span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: small;">essere in vantaggio sulle altre, basti pensare ai corridori dell'Africa Occidentale che dominano le corse di breve distanza, oppure agli atleti dall’Africa Orientale che vincono la <a href="http://www.blogger.com/post-edit.g?blogID=5421049006415059659&postID=7465573405546758484">maratona</a>; d'altra parte, i caucasici dominano nelle competizioni di nuoto.<br />
In quest'epoca di genetica e genomica, <b>sarà possibile individuare i geni che determinano la predisposizione genetica di una persona per uno sport specifico</b> [Rankinen T at al., 2004]. Lo studio dei geni in età giovanile, può rappresentare il modo migliore per poter sviluppare un grande atleta a partire da un bambino e per creare uno specifico programma di personal training. Tale studio applicato agli atleti può essere altresì utilizzato per individuare specifiche metodologie di allenamento con lo scopo di incrementare la predisposizione genetica per quel tipo di allenamento [Rankinen T at al., 2004].</span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: small;"> </span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="font-size: small;"><b><span style="font-family: "Times New Roman";">Ma lo studio dei geni darà come risultato atleti migliori? </span></b></span><span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: small;">Marion Jones e Tim Montgomery sono stati entrambi campioni di velocità sui 100 metri, nell' estate del 2003 hanno avuto un bambino. Anche Steffi Graf e Andre Agassi (entrambi numero uno nei mondiali di tennis) hanno dei figli. Questi bambini molto probabilmente saranno favoriti rispetto agli altri, ma esistono anche altri fattori, come quelli ambientali e psicologici, che determineranno o meno la possibilità che essi diventino dei campioni.</span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: small;">La <b>terapia genica</b> può essere definita come il trasferimento di materiale genico nelle cellule umane per il trattamento o la prevenzione di una malattia o disfunzione. Tale materiale è rappresentato da DNA, RNA, oppure da cellule geneticamente alterate. Il principio della terapia genica si basa sull'introduzione all'interno della cellula di un gene terapeutico per compensare il gene assente o sostituire quello anormale. Generalmente viene utilizzato il DNA, il quale codifica per la proteina terapeutica e viene attivato quando raggiunge il nucleo.</span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="font-size: small;"><b><span style="font-family: "Times New Roman";">" La maggior parte degli atleti assume farmaci " [De Francesco L, 2004].</span></b></span><span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: small;"> Un'indagine del Centro di Ricerca dei Farmaci ha concluso che meno dell'1% della popolazione olandese ha assunto almeno una volta prodotti dopanti, per un totale di circa 100.000 persone. Il 40% di queste persone utilizza doping da anni e la maggior parte di esse svolge allenamenti di <a href="http://www.blogger.com/post-edit.g?blogID=5421049006415059659&postID=7465573405546758484">forza</a>, o body building. L'uso di sostanze dopanti nello sport d'elite sembra essere maggiore dell’1% indicato per la popolazione generale, ma la cifra esatta non è conosciuta. La percentuale di atleti d'elite che risulta positiva ai controlli antidoping ha oscillato tra l'1,3% e il 2,0% negli ultimi anni [DoCoNed, 2002].</span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="font-size: small;"><b><span style="font-family: "Times New Roman";">La definizione di doping genetico formulata da WADA lascia spazio a delle domande: </span></b></span><span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: small;">cosa significa esattamente non terapeutico? Potranno essere ammessi alle gare quei pazienti con disfunzioni muscolari curati attraverso la terapia genica? La stessa considerazione vale per i pazienti affetti da tumore che sono stati curati con la chemioterapia e che ora ricevono il gene EPO codificante l’eritropoietina per velocizzare il recupero della funzionalità del midollo osseo.<br />
Le ricerche attuali di terapia genica vengono condotte anche per rendere più veloce il processo di <a href="http://www.blogger.com/post-edit.g?blogID=5421049006415059659&postID=7465573405546758484">guarigione di una ferita</a>, oppure per alleviare il dolore di natura muscolare dopo un esercizio; tali pratiche possono non essere considerate da tutti come "terapeutiche" e le loro proprietà di miglioramento della performance possono essere messe in discussione.<br />
Dal punto di vista clinico sarebbe più opportuno specificare meglio la definizione di doping genetico, soprattutto alla luce di un uso improprio delle tecnologie di trasferimento genico.</span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: small;">WADA (sezione M3 del Codice Mondiale Anti-Doping (versione 1 Gennaio, 2007) ha giustificato il divieto del doping genetico attraverso i seguenti punti: a) prova scientifica, effetto o esperienza farmacologica provati, che le sostanze o metodi inclusi nella lista hanno la capacità di aumentare le prestazioni sportive; b) l' uso della sostanza o del metodo causa un rischio, vero o presunto, per la salute dell'atleta. c) l'utilizzo del doping viola lo spirito dello sport. Questo spirito è descritto nell'introduzione del Codice con riferimento a una serie di valori come l'etica, il fair play, l'onestà, la salute, il divertimento, l'allegria e il rispetto delle regole.</span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: small;">Esistono molte incertezze in merito agli <b>effetti a lungo termine</b> legati alla modificazione di geni; molti di questi effetti potrebbero anche non essere mai scoperti, o perché non studiati approfonditamente (a causa di problemi finanziari), o perché è difficile definire campioni affidabili per lo studio degli effetti collaterali di metodi o di applicazioni completamente nuovi.</span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: small;">Al contrario delle terapie sulle cellule somatiche, le alterazioni delle linee germinative sono permanenti e vengono trasmesse anche alla prole. In questo caso, oltre al possibile rischio per la salute degli atleti, esistono pure dei rischi nei confronti di terzi, come posteri, genitori o partner.</span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: small;">Nel campo della farmacogenetica, il cui sviluppo dipende dagli sforzi combinati di scienza e industria farmaceutica, l'obiettivo principale è quello di sviluppare la medicina "fatta su misura" per ciascuno di noi. Com'è ben noto, molte medicine hanno un effetto completamente diverso a seconda di chi le assume, ciò è dovuto al fatto che il loro sviluppo è generico e non tiene conto delle caratteristiche genetiche individuali. Se la farmacogenetica dovesse diffondersi nel mondo dello sport, l'idea stessa della competizione tra atleti apparentemente uguali e che si preparano secondo modalità più o meno comparabili, potrebbe diventare obsoleta.</span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: small;">I <b>dati clinici sperimentali</b> della terapia genetica hanno dimostrato risultati molto incoraggianti in pazienti affetti da immunodeficienza combinata grave [Hacein-Bey-Abina S et al., 2002] e da emofilia B [Kay MA, et al. 2000]. Inoltre, la terapia angiogenica attraverso i vettori che esprimono il fattore della crescita dell’endotelio vascolare per la cura delle malattie delle coronarie ha dato buoni risultati in angina [Losordo DW et al., 2002].</span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: small;">Se si utilizzasse il trasferimento di geni codificanti i fattori di crescita tissutale [Huard J, Li Y, Peng HR, Fu FH, 2003] il trattamento dei diversi danni associati alla pratica sportiva, come per esempio la rottura dei legamenti, oppure lo strappo muscolare, potrebbe in teoria risultare in una migliore rigenerazione. Questi approcci vengono ora valutati su modelli animali, ma nei prossimi anni sicuramente verranno attivati anche studi clinici sugli esseri umani.</span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: small;">Nel 1964, lo sciatore della Finlandia Settentrionale Eero Mäntyranta rese inutili gli sforzi degli avversari vincendo due ori olimpici ai Giochi di Innsbruck, in Austria. Dopo alcuni anni, è stato dimostrato che Mantyranta era portatore di una rara mutazione nel gene per il recettore dell’Eritropoietina che, compromettendo il normale controllo a feed-back sul numero dei globuli rossi, determina policitemia con conseguente aumento del 25-50% nella capacità di trasporto dell'ossigeno. Aumentare la quantità di ossigeno ai tessuti significa incrementare la resistenza alla fatica. Mäntyranta aveva quello che vuole ogni atleta e che può fornire l'EPO. Atleti del futuro potrebbero essere in grado di introdurre nell’organismo un gene in grado di mimare l’effetto della mutazione genica occorsa naturalmente a Mäntyranta e favorevole alla performance.</span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: small;">Il <b>fattore di crescita insulino-simile (IGF-1)</b> viene prodotto sia dal fegato che dal muscolo e la sua concentrazione dipende da quella dell' ormone della crescita umano (hGH).<br />
L'allenamento, suggerisce Sweeney, stimola le cellule precursori dei muscoli, chiamate 'satelliti', ad essere piu' recettive a IGF-I [Lee S. Barton ER, Sweeney HL, Farrar RP, 2004]. Applicare questo trattamento agli atleti significherebbe rafforzare i muscoli brachiali del tennista, il polpaccio del corridore, o i bicipiti del pugile. Tale terapia si pensa possa essere relativamente più sicura rispetto l'EPO, dato che l’effetto è localizzato solo al muscolo bersaglio. È probabile che tale approccio venga applicato anche alle persone già a partire dai prossimi pochi anni.<br />
Una isoforma del fattore di crescita insulin-like-1 (IGF-1), il <b>fattore di crescita meccanico (MGF)</b>, viene attivata da stimoli meccanici, come per es. l’esercizio muscolare. Questa proteina oltre a stimolare la crescita del muscolo, ha un importante ruolo nella riparazione del tessuto muscolare leso (come accade ad esempio dopo un allenamento intensivo o una competizione).<br />
MGF viene prodotto nel tessuto muscolare e non circola nel sangue. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-size: small;"><b><span style="font-family: "Times New Roman";">VEGF </span></b></span><span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: small;">rappresenta il fattore di crescita dell’endotelio vascolaree può essere utilizzato per facilitare la crescita di nuovi vasi sanguigni. La terapia con VEGF è stata sviluppata per produrre </span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: small;"> </span> </div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: small;">bypass coronarico in pazienti con <a href="http://www.blogger.com/post-edit.g?blogID=5421049006415059659&postID=7465573405546758484">cardiopatia ischemica</a>, oppure per aiutare le persone anziane colpite da arteropatia periferica. Geni che codificano per VEGF possono promuovere la crescita di nuovi vasi sanguigni consentendo un maggiore apporto di ossigeno ai tessuti.</span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: small;">Finora, sono stati fatti esperimenti di terapia genica per malattie come l'ischemia cardiaca [Barton-Davis ER et al., 1998; Losordo DW et al., 2002; Tio RA et al., 2005], oppure l'insufficienza arteriosa periferica [Baumgartner I et al., 1998; Rajagopalan S et al., 2003]. Se queste cure fossero applicate anche agli atleti, ne risulterebbe un incremento del contenuto di ossigeno e nutrienti ai tessuti, ma soprattutto la possibilità di posticipare l'esaurimento del muscolo, sia cardiaco, che scheletrico.<br />
Dal momento che VEGF viene già utilizzato in molti studi clinici, il doping genetico sarebbe già possibile!</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: small;">Il normale <b>differenziamento della massa muscolo-scheletrica</b> è di fondamentale importanza per la corretta funzionalità dell'organismo; tale funzione è resa possibile grazie all'azione della miostatina, una proteina responsabile della crescita e del differenziamento dei muscoli scheletrici. <br />
Essa agisce come regolatore negativo, inibendo la proliferazione delle cellule satelliti delle fibre muscolari. <br />
Dal punto di vista sperimentale, la miostatina viene usata <i>in vivo</i> per inibire lo sviluppo del muscolo in modelli Mammiferi differenti.<br />
La <b>miostatina</b> è attiva sia con meccanismo autocrino che paracrino, sia a livello del muscolo-scheletrico che cardiaco. Il suo ruolo fisiologico non è ancora del tutto chiaro, anche se l'utilizzo di inibitori della miostatina, quali per esempio la follistatina, provocano un aumento drammatico e assai diffuso della massa muscolare [Lee SJ, McPherron AC, 2001]. Tali inibitori possono migliorare la condizione rigenerativa in pazienti che soffrono di malattie gravi come la distrofia muscolare di Duchenne [Bogdanovich S et al., 2002)]. <br />
La miostatina appartiene alla superfamiglia dei TGF beta ed è stata rivelata per la prima volta dal gruppo di Se-Jin Lee [McPherron et al., 1997]. Nel 2005 Se–Jin Lee, della Johns Hopkins University ha messo in evidenza che topi privati del gene della miostatina (topi knock out) sviluppano una muscolatura ipertrofica.<br />
Questi supertopi erano capaci di salire le scale con grossi pesi attaccati alla coda. Durante lo stesso anno, altri tre gruppi di ricerca hanno dimostrato che il fenotipo del bovino chiamato comunemente “doppio-muscolo” era dovuto ad una mutazione del gene codificante la miostatina [Grobet et al., 1997; Kambadur et al., 1997; McPherron & Lee, 1997]. </span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: small;">Recentemente è stata scoperta una mutazione del tipo omozigote mstn -/- in un bambino tedesco che ha sviluppato una straordinaria massa muscolare. La mutazione è stata indicata come l'effetto dell'inibizione dell’espressione della miostatina nell'uomo. Il bambino ha sviluppato bene i muscoli alla nascita, ma crescendo aumentava anche lo sviluppo della massa muscolare e all'età di 4 anni era già in grado di alzare pesi di 3 chili; esso è figlio di un ex atleta professionista e i suoi nonni erano conosciuti come uomini moltoforti. <br />
Le analisi genetiche della madre e del figlio hanno rivelato una mutazione del gene della miostatina con il risultato di una mancata produzione della proteina [Shuelke M et al., 2004]. <br />
Sia nel caso degli esperimenti condotti sul topo dal gruppo di Se-Jin Lee, che in quello del bambino, il muscolo era cresciuto sia nella sezione traversa (ipertrofia) che nel numero di miofibrille (iperplasia) [McPherron et al., 1997].</span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: small;">Il <b>dolore</b> è una spiacevole esperienza sensoriale ed emozionale associata ad un danno tessutale reale o potenziale e descritta in termini di tale danno [iasp]. Per la sua sgradevolezza, l’emozione del dolore non può essere ignorata ed induce il soggetto che la prova ad evitare gli stimoli (nocivi) che ne sono responsabili; questo aspetto configura la funzione protettiva del dolore. </span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: small;">Nello sport, l’impiego di potenti <b>farmaci antidolorifici</b> potrebbe portare gli atleti ad allenarsi e gareggiare oltre la normale soglia del dolore.<br />
Questo può provocare considerevoli rischi per la salute dell’atleta, poiché la lesione può aggravarsi considerevolmente, trasformarsi in una lesione permanente. L'utilizzo di questi farmaci può altresì portare l'atleta a dipendenza psico-fisica dagli stessi.</span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: small;">Un'alternativa ai calmanti legali del dolore potrebbe essere quella di usare <b>peptidi analgesici</b> come le endorfine o le encefaline. Le ricerche precliniche sugli animali hanno dimostrato che i geni che codificano questi peptidi hanno un effetto sulla percezione del dolore infiammatorio [Lin CR et al., 2002; Smith O, 1999].<br />
La terapia genica per alleviare il dolore è però ancora lontana dalla sua applicazione clinica.</span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: small;">Attualmente, la terapia genica viene somministrata ai pazienti in ambienti ben controllati e i vettori utilizzati per il trasferimento genico sono prodotti in laboratori certificatati dove vengono ampiamente testati. Se la terapia genica fosse usata per migliorare le prestazioni atletiche, è molto probabile che questi ambienti (controllati) non esisterebbero, cosicchè i rischi aumenterebbero considerevolmente. </span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: small;">Utilizzare farmaci o geni in grado di migliorare la performance, presenta sempre un certo rischio, in quanto essi vengono studiati per curare le persone malate e non per aumentare le prestazioni di quelle sane come gli atleti.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: small;">I rischi generali per la salute derivanti dalla terapia genica sono di diverso tipo e dipendono dal </span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: small;">vettore utilizzato (DNA, sostanze chimiche, virus, ecc) e dal transgene codificato.</span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: small;">Fino ad oggi le ricerche cliniche sono state relativamente sicure [Kimmelman J, 2005]. Sono stati curati più di 3000 pazienti e soltanto uno di questi è morto per malattia cronica al fegato e overdose di vettore [Raper SE et al., 2003]. In altri tre pazienti, curati per la sindrome da immunodeficienza, si sono sviluppati sintomi simili alla leucemia [Hacein-Bey-Abina S et al., 2002] e uno di questi è morto. Da allora, altri gruppi di ricerca hanno curato simili pazienti con risultati terapeutici analoghi, senza alcun effetto collaterale [Cavazzana-Calvo M. Fischer A, 2004]. In questo caso, le ricerche mirano a curare pazienti con vettori che non potranno essere mai utilizzati per aumentare le prestazioni.</span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: small;">Le persone che tentano di aumentare i propri livelli di <b>EPO</b> in maniera innaturale, aumentano anche la probabilità di andare incontro ad infarto, o episodi cerebrali acuti. L'aumento dei globuli rossi determina anche un aumento della densità del sangue che può provocare trombi; non è sbagliato quindi pensare che le reazioni avverse evidenziate nei pazienti, possano verificarsi anche negli atleti sani.[Lage JM et al., 2002].<br />
Se l'EPO fosse introdotta geneticamente, il livello e la durata della produzione di eritropoietina sarebbero meno controllabili, cosicché l'ematocrito avanzerebbe quasi indefinitamente, fino ad arrivare a livelli patologici.</span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: small;">Si ipotizza che la cura con <b>IGF-1</b> possa portare alla crescita di tumori ormono-dipendenti.</span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: small;">È di cruciale importanza quindi, che l'utilizzo di vettori farmacogeneticamente selezionati abbia un modello di espressione genica ben conosciuto e controllato.</span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: small;">Non sono state ancora stabilite con esattezza le <b>modalità di rilevazione del doping genetico</b>, anche perché il DNA che si trasferisce con la terapia genica è di origine umana e quindi non diverso da quello degli atleti che ne fanno uso.<br />
Le terapie muscolari sono confinate al sito di iniezione o al tessuto nelle dirette vicinanze, quindi, la maggior parte delle tecnologie geniche sui muscoli non potranno essere rilevate attraverso le classiche analisi anti-doping dei campioni di urina o di sangue; sarebbe necessaria una biopsia muscolare, che però risulta troppo invasiva per poter essere concepita come normale mezzo di controllo anti-doping. <br />
Molte forme di doping genetico non richiedono l'introduzione diretta di geni nell’organo desiderato; il gene dell’EPO, per esempio, può essere iniettato in una qualsiasi parte del corpo e produrre localmente la proteina che poi entrerà in circolo. Cercare il punto di iniezione dell' EPO, sarebbe come cercare un ago nel pagliaio!<br />
Nella maggior parte dei casi pero, il doping genetico darà come risultato l' introduzione di un gene esatta copia di quello endogeno ed in grado di dare origine ad una proteina completamente </span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: small;">identica all’endogena nelle sue modificazioni post-traduzionali. <br />
Una pubblicazione recente indica che è possibile rilevare una differenza tra la proteina innata e il prodotto della terapia genica sulla base del diverso modello di glicosilazione nei diversi tipi di cellule, rimane solo da vedere se questo è il caso di tutti i tipi di doping genetico [Lasne F et al., 2004]. </span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: small;">Le autorità pubbliche e le organizzazioni sportive, incluso il Comitato Olimpico Internazionale, hanno condannato il doping già a partire dagli anni ’60. I recenti progressi fatti con i farmaci biologici avranno un grosso impatto sulla natura delle medicine prescritte ai pazienti, e cambierà anche la scelta dei farmaci utilizzati per migliorare le prestazioni atletiche.</span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: small;">La terapia genica è autorizzata esclusivamente per la sperimentazione clinica di prodotti di terapia genica somatica nell'uomo, escludendo tassativamente la possibilità di considerare proponibile qualsiasi tipo di terapia genica della linea germinale umana.</span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: small;">La proibizione del doping genetico da parte dell'Agenzia Mondiale Anti-Doping (WADA) e delle federazioni sportive internazionali fornisce una base forte per la sua eliminazione nello sport, ma dipenderà anche da come verranno accolte le varie regolamentazioni da parte degli atleti.<br />
La maggior parte degli atleti non ha abbastanza conoscenze che gli permetta di capire pienamente il potenziale effetto negativo del doping genetico. Per questo motivo sarà molto importante che essi ed il loro staff di supporto siano ben istruiti, in maniera tale da prevenirne l'uso. Gli atleti devono essere altresì coscienti dei rischi legati all'utilizzo di doping genetico quando usato in strutture non controllate, senza però compromettere quelle che sono le infinite potenzialità offerte dalla terapia genica ufficiale per il trattamento di patologie gravi.</span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: small;">L’industria farmaceutica è ben cosciente delle possibilità e dei rischi derivanti dall'uso di doping genetico e vuole collaborare allo sviluppo di ricerche per la rilevazione di prodotti genici presenti nei propri farmaci. Essa dovrà preferibilmente sottoscrivere un codice nel quale si impegna a non produrre o vendere mai, per nessun motivo, prodotti genetici ad uso non terapeutico.</span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: small;">È stato intervistato un numero limitato di persone provenienti da diverse discipline della scienza e dello sport, in maniera tale da farsi un’idea sulla nozione ed il possibile impatto del doping genetico su di esse. Fra gli intervistati c'erano tre dottori sportivi, un farmacista, quattro atleti d'elite e cinque scienziati provenienti dall’accademia e dall'industria farmaceutica; ecco le domande:</span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"></div><ol style="margin-top: 0cm; text-align: justify;" type="1"><li class="MsoNormal" style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: small;">Le è familiare il termine doping genetico? </span></li>
<li class="MsoNormal" style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: small;">Cosa significa secondo lei questo termine? </span></li>
<li class="MsoNormal" style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: small;">Lei crede in un miglioramento della performance attraverso l'uso di doping genetico? </span></li>
<li class="MsoNormal" style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: small;">Quali sono, secondo lei, i rischi per la salute associati all'uso di doping genetico? </span></li>
<li class="MsoNormal" style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: small;">Il doping genetico viene già utilizzato, o lo sarà solo in futuro? </span></li>
<li class="MsoNormal" style="line-height: 150%;"><span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: small;">Sarà facile rilevare il doping genetico? </span></li>
</ol><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: small;">Dalle varie risposte, risulta chiaro che la gente non proveniente dalla comunità scientifica ha poche conoscenze in merito all’uso di questa terapia; un timore comune è che la terapia genica possa influenzare la prole, oppure causare tumori. Le persone credono che la rilevazione del doping genetico sarà complessa e le misure preventive difficili. D’altra parte, tutti insistono sul fatto che il doping genetico sarà usato dagli atleti non appena disponibile e che ciò avverrà nei prossimi pochi anni.</span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%; text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: small;">I professionisti che circondano gli atleti d'elite sono molto preoccupati per l'eventuale utilizzo del doping genetico e raccomandano l’istruzione dei propri atleti e del proprio staff medico di supporto, a sostegno dello sviluppo di ricerche preventive di misurazione antidoping. Questi professionisti sono convinti che il problema dell'applicazione del doping genetico agli atleti si presenterà entro i prossimi pochi anni e che la sua rilevazione sarà alquanto difficile. </span></div><div style="text-align: justify;"><span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: small;">Il mondo dello sport prima o poi si troverà di fronte al fenomeno del doping genetico; il numero esatto degli anni che dovranno trascorrere perché ciò accada è difficile da stimare, ma si può ipotizzare che ciò succederà a breve, nei prossimi anni (Olimpiadi di Pechino 2008 o al massimo in quelle successive).<br />
Dal ciclismo al sollevamento pesi, dal nuoto al calcio e lo sci, tutti gli sport potrebbero trarre vantaggio dalla manipolazione genetica: basta selezionare il gene che migliora il tipo di prestazione richiesta! [Bernardini B., 2006].</span></div><div class="MsoNormal" style="line-height: 150%;"><br />
</div><span style="font-family: "Times New Roman"; font-size: 12pt;"></span>Unknownnoreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-5421049006415059659.post-59712894640430533412010-08-06T06:05:00.000-07:002010-12-07T07:31:43.905-08:00L'ATLETA NATURALE E L'IDEALE DEL "FAIR PLAY"<div style="text-align: justify;"><strong>"Far riferimento alla vacua antitesi naturale/artificiale formulando la definizione di doping è pertanto problematico ed inutile. L’atleta naturale, in contrapposizione a quello artificiale costruito con metodiche dopanti, è infatti una figura puramente ideale. Non è certo naturale vivere per allenarsi e gareggiare come fanno gli sportivi professionisti; addestrarsi per sviluppare abilità psicomotorie talora a dir poco insolite". </strong>(Stefano Canali, Rivista di Scienze e storia, 2001)</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">In generale, determinare il confine tra artificiale e naturale è un compito tanto arduo quanto vano. L’applicazione di questa dicotomia a casi concreti, come la questione del doping, apre infatti più problemi di quanti riesca a risolverne. Ciò perchè i termini della contrapposizione mutano nella storia e hanno significati differenti nelle diverse culture in quanto rappresentano giudizi di valore e non elementi meramente descrittivi.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">In particolare poi, quando questi termini sono applicati all’analisi dell’uomo e dei suoi comportamenti l’antitesi naturale/artificiale diviene ancora più vaga ed indistinta, si perde in una infinita dialettica circolare. Come essere naturale, come prodotto della variazione genetica e della selezione naturale, l’uomo perde il suo carattere naturale quando l’evoluzione biologica porta alle strutture organiche, alle capacità comportamentali da cui emerge la cultura. La dimensione non naturale, ovvero artificiale, della vita umana è un effetto, una conseguenza del percorso evolutivo naturale. Paradossalmente, quindi, nell’uomo l’artificiale è una caratteristica naturale. Tesi questa legata ad un punto di vista naturalistico che l’etologo Konrad Lorenz in L’altra faccia dello specchio ha esposto con un categorico ma discutibile postulato antropologico: «l’uomo per sua natura è un essere culturale».</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Tuttavia, un elemento certo si osserva nella storia naturale e culturale dell’uomo, al di là delle difficoltà epistemologiche e delle aporie che si generano quando si tenta di precisare le contrastanti dimensioni del naturale e dell’artificiale. Forse il tratto evolutivo più caratterizzante dell’essere umano è la tendenza al controllo e alla manipolazione del proprio corpo, dei propri comportamenti e degli stati psicologici. Una inclinazione che nella storia si è trasformata via via in capacità effettive sempre più sviluppate ed efficaci e che allo stesso tempo dà conto della forza e della straordinaria creatività con cui l’uomo sviluppa ed elabora la cultura stessa. La tendenza al controllo e alla manipolazione del corpo e della mente costituisce infatti l’elemento centrale di numerose e fondamentali realtà antropologiche tra cui l’esperienza e la pratica medica; l’uso di farmaci e sostanze psicoattive; gran parte delle espressioni rituali e delle tecniche di comunicazione col sacro; le forme di addestramento alla caccia, alla guerra ed anche alcuni aspetti dell’educazione; l’uso del corpo - quindi della sua forma manipolata - come strumento di identificazione, riconoscimento e comunicazione sociale. Quest’ultimo è un fenomeno che dalle culture primitive o altre si attesta nella nostra epoca senza soluzione di continuità. Per fare solo alcuni esempi: dalle tecniche di manipolazione delle ossa (soprattutto il cranio) e dei tratti del volto (lobi delle orecchie, labbra) proprie di alcune culture africane alla chirugia estetica, al body building della moderne società occidentali ed occidentalizzate; dai tatuaggi al piercing in modi praticamente immutati nel tempo storico e nello spazio geografico.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">Far riferimento alla vacua antitesi naturale/artificiale formulando la definizione di doping è pertanto problematico ed inutile. L’atleta naturale, in contrapposizione a quello artificiale costruito con metodiche dopanti, è infatti una figura puramente ideale. Non è certo naturale vivere per allenarsi e gareggiare come fanno gli sportivi professionisti; addestrarsi per sviluppare abilità psicomotorie talora a dir poco insolite. Il sacrificio dell’adolescenza all’allenamento intensivo però non è ritenuto doping. E non è parimenti naturale usare attrezzature sportive ipertecnologiche (scarpe, biciclette, mute per nuotatori, racchette da tennis) come quelle oggi divenute comuni. Tuttavia, la scoperta di espedienti tecnologici che facilitino l’esecuzione di gesti sportivi, ad esempio il passaggio nelle biciclette dai telai di acciaio a quelli di alluminio e poi di titanio, non è certamente bollata come doping. Le proteine sono sostanze endogene ma non è assolutamente naturale, anche se ritenuto non dopante, il loro consumo in forma pura, con polveri, compresse come avviene normalmente nella dieta di molti sportivi. Anche il testosterone è una sostanza endogena, un ormone, ma innaturale - e in questo giudicata anche illegale - la sua assunzione in forma di preparato farmaceutico. Al contrario, l’elettrostimolazione per il potenziamento dei gruppi muscolari, non endogena e artificiale, non rientra nelle tabelle delle pratiche dopanti.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">In maniera ancor più radicale, se naturale può dirsi la tendenza umana al gioco e all’attività motoria certamente non naturale quanto piuttosto culturale e storicamente recente la pratica e le competizioni sportive del mondo occidentale. Del resto molte attività sportive si realizzano attraverso regole e attrezzature difficili da immaginare in natura, si pensi ad esempio al badmington, al golf, al football americano, ma anche al ciclismo, per non parlare degli sport motoristici. Lo sviluppo delle scienze e della medicina dello sport inoltre sta spostando progressivamente la competizione dai campi di gara ai laboratori di chimica, fisiologia, psicologia e biomeccanica come supporti essenziali al servizio della preparazione dell’atleta.</div><div style="text-align: justify;"><br />
</div><div style="text-align: justify;">La differenza tra atleta naturale ed atleta dopato è dunque una questione di strutture regolatorie della cultura, materia storica della giurisprudenza sportiva.</div>Unknownnoreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-5421049006415059659.post-88028429798194312572010-07-23T07:29:00.000-07:002010-11-25T03:33:54.245-08:00NEWS IN PILLOLE DAL PASSATO<h3 style="text-align: justify;"><b>Ecco un piccolo excursus sugli articoli tratti dal sito sport.it rigurdanti non il presente ma il recente passato relativo all' uso e alla lotta al doping</b></h3><h3 style="text-align: justify;"><b> </b></h3><h3 style="text-align: justify;"><b>PILLOLA 1 </b></h3><h3 style="text-align: justify;"><b> Doping</b> Pound: "Fissare limite di emoglobina"</h3><div style="text-align: justify;"></div><div class="article" style="text-align: justify;">Un elevato tasso di emoglobina può essere sintomo di doping, ma non è una prova. Inoltre molte federazioni internazionali di diversi sport hanno fissato limiti diversi. DUnque è necessario fare chiarezza. E' quanto chiede il presidente dell'Agenzia Mondiale Antidoping (Wada) Richard Pound: "Dobbiamo trovare un valore limite come per il testosterone. Quando si supera quel livello x, allora e' da considerare doping. Altrimenti tutto resterà molto vago e indefinito".</div><div class="article" style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="article" style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="article" style="text-align: justify;"><b>PILLOLA 2 </b></div><div class="article" style="text-align: justify;"></div><div class="article" style="text-align: justify;"></div><div class="article" id="article_head_cnt" style="text-align: justify;"><h1>Doping a tutto tondo</h1><h2>L'Uci promuove una ricerca sull'uso di doping. Non più semplice fatto medico, ma vero fenomeno sociale.</h2></div><div class="article" style="text-align: justify;"><img alt="sport,medico,ciclismo,doping,angolo" src="http://www.sport.it/fnts/sport/immagini/resized/a/n/angolo-medico_976458_300x162.jpg" title="Angolo Medico" width="300" /> <i id="copyright-cnt" style="width: 300px;">AP</i> <i id="author_and_date_cnt">Marco Arceri 28/08/2006</i> Farmacologi, medici, sociologi e psicologi chiamati da tutto il mondo a parlare di doping. E' quanto ha in mente l'Unione ciclistica internazionale (Uci), che sta promuovendo uno studio sul doping e sulle motivazioni che spingono gli atleti a farne uso. Sconvolto dunque dall'ennesimo scandalo (prima l'operazione Puerta che ha coinvolto tra gli altri anche Basso e Ullrich, poi la positività di Landis), il mondo del ciclismo cerca di andare in profondità.</div><div class="article" style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="article" style="text-align: justify;">Determinante sarà anche il contributo di sociologi e psicologi. La ricerca, che inizierà in autunno, studierà l'incidenza delle pressioni commerciali e dei media sugli atleti, lo stress, la necessità di primeggiare, le spinte delle reti sociali che avvolgono i ciclisti (colleghi, allenatori, medici delle squadre, in alcuni casi anche parenti e amici). Si cercherà di studiare anche i rapporti sociali e le gerarchie interne ai team.</div><div class="article" style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="article" style="text-align: justify;">E per combattere il doping, non si esclude nemmeno di mutare il calendario ciclistico e renderlo più 'umano'. Magari venendo incontro alle capacità psicofisiche degli atleti, diminuendo le tappe delle corse e gli appuntamenti. Già poco prima di Ferragosto il presidente dell'Uci, Pat McQuaid, aveva annunciato un approccio globale al problema doping, da lui definito 'malattia': "<i>Vogliamo comprendere questo fenomeno. Chiameremo i più grandi specialisti del mondo e terremo conto di tutti gli elementi: i calendari, la durata delle corse, la struttura e la gestione dei team, la pressione intorno al ciclista</i>".</div><div class="article" style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="article" style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="article" style="text-align: justify;"><b>PILLOLA 3</b></div><div class="article" style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="article" style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="article" style="text-align: justify;"><span style="font-size: x-large;"><b>Doping e sponsorizzazioni</b></span></div><div class="article" id="article_head_cnt" style="text-align: justify;"><h2>Quale è il legame tra la caffeina e i dollari della Coca Cola?. Alcuni atleti rivelano di usare l'alcaloide per migliorarsi, la Wada pensa di rimetterlo tra le sostanze cattive, ma gli sponsor non stanno a guardare.</h2></div><div class="article" style="text-align: justify;"><img alt="australia,nuova zelanda,mischia,rugby,mondiale" src="http://www.sport.it/fnts/sport/immagini/resized/r/u/rugby_481664_300x162.jpg" title="rugby" width="300" /> <i id="copyright-cnt" style="width: 300px;"></i><i id="author_and_date_cnt">Brian Stefen Paul/Gianluca Farina 19/05/2005</i> A distanza di soli 18 mesi dalla sua esclusione, la caffeina potrebbe tornare ad essere considerata sostanza dopante e quindi essere reinserita nella lista delle sostanze proibite redatta dalla WADA, l'agenzia mondiale antidoping. Prendendo infatti spunto dalle dichiarazioni fornite da diversi atleti, che hanno ammesso di aver assunto tavolette di caffeina alla vigilia di impegni importanti per migliorare le proprie prestazioni, la WADA sarebbe intenzionata a tornare sui propri passi, sebbene debba fare i conti con chi sostiene che una tale decisione avrebbe un impatto economico notevole sulle sponsorizzazioni, con una conseguente ricaduta negativa in termini economici.</div><div class="article" style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="article" style="text-align: justify;">Questo perchè tutte le aziende che producono bibite analcoliche che contengono la caffeina, che poi sono tra i grandi sponsor delle manifestazioni sportive, non vedrebbero certo di buon occhio il ritorno dell'alcaloide in questione tra le fila delle sostanze cattive. Secondo Louise Burke, una dietista dell’Istituto Australiano dello Sport, proprio qui risiede l'ostacolo maggiore perchè la caffeina venga rimessa al bando: “È possibile che tutte le aziende che sponsorizzano eventi sportivi e mettono sul mercato prodotti che contengono caffeina, come ad esempio la Coca Cola Company, incontrino notevoli difficoltà. E viene da se che la perdita di sponsorizzazioni potrebbe avere implicazioni pesanti”.</div><div class="article" style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="article" style="text-align: justify;">La questione è nata quando diversi sportivi australiani , tra cui il campione del mondo dei superleggeri Kostya Tszyu e, soprattutto, il capitano della nazionale australiana, George Gregan, hanno ammesso di aver fatto uso di caffeina prima degli incontri, con finalità legate alla prestazione ed in accordo con i medici dell'Istituto Australiano dello Sport. "La caffeina può accrescere la performance del 7%" ha dichiarato il giocatore dei Wallabies. Il direttore generale della Wada, David Howman, ha ammesso che l’agenzia è allarmata: “Il fatto ci preoccupa e ci da fastidio. Si tratta di una sostanza che credevamo non fosse usata per migliorare le prestazioni, se non altro perché servono almeno 12 tazze di caffè o capsule di caffeina per influire sulla pretazione sportiva. Ora stiamo valutando quali sostanze inserire nella lista del 2006”.</div><div class="article" style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="article" style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="article" style="text-align: justify;"> <b>PILLOLA 4</b></div><div class="article" id="article_body_cnt" style="text-align: justify;"></div><div class="article" id="article_body_cnt" style="text-align: justify;"></div><div class="article" id="article_head_cnt" style="text-align: justify;"><h1>Prima o doping</h1><h2>Prima il triatleta belga Rutger Beke, poi la ciclista colombiana Maria Luisa Calle Williams. Due atleti 'dopati' che tornano puliti.</h2></div><div class="article" style="text-align: justify;"><img alt="rutger beke,beke,triatlon" src="http://www.sport.it/fnts/sport/immagini/283x298/rutgerbeke01.jpg" title="Rutger Beke" width="283" /> <i id="copyright-cnt" style="width: 283px;"></i><i id="author_and_date_cnt">la redazione 20/10/2005</i> Prima il triatleta belga Rutger Beke, sospeso perchè trovato positivo all'Epo nel corso di una gara dalle parti di casa. Poi la ciclista colombiana Maria Luisa Calle Williams, bronzo olimpico di Atene, non più tale dopo il ritrovamento di tracce di una sostanza proibita e il relativo verdetto del Cio. Accanto a tanti atleti che senza soluzione di continuità terminano nelle maglie, non proprio strette, dell'antidoping, altri ritrovano la propria purezza in seguito ad un estenuante lavoro di riabilitazione per via legale.</div><div class="article" style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="article" style="text-align: justify;">E' il caso, appunto, della ciclista colombiana Maria Luisa Calle Williams, che ha riottenuto la medaglia di bronzo olimpica frutto del terzo conquistato nella corsa a punti femminile dei Giochi Olimpici di Atene 2004. Medaglia ritirata dal Comitato Olimpico perchè la corridrice era risultata positiva ad un controllo antidoping post gara. Decisivo il verdetto conseguito dalla Corte d'arbitrato per lo sport, che ha ribaltato la decisione presa a suo tempo dal Cio. </div><div class="article" style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="article" style="text-align: justify;">Secondo il nuovo giudizio, l'eptaminolo, questo il nome dello stimolante proibito in questione, era presente nelle urine della ciclista non per ingestione diretta quanto per trasformazione chimica dell`isometheptene, sostanza non inclusa nella lista di quelle proibite e presente in molti antistaminici per l`emicrania. Sostanza presente anche nel neo-saldina, medicinale prescritto dal medico della squadra colombiana come risposta al mal di testa che la Calle Williams accusava alla vigilia della prova olimpica.</div><div class="article" style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="article" style="text-align: justify;">Ed è anche il caso del triatleta belga Rutger Beke, restituito a nuova vita dopo un'estenuante battaglia condotta contro l'Agenzia Mondiale Antidoping. I fatti. Beke, trovato positivo all`eritropoietina al termine di una gara disputata in Belgio nel 2004, era stato sospeso dall'attività lo scorso marzo. L'atleta, che non aveva mancato in tute le sedi di denunciare la sua completa innocenza, ha infine trovato soddisfazione grazie al lavoro effettuato dalla commissione disciplinare dello sport belga. La quale, dopo aver effettuato i controlli del caso, è giunta a sostenere che le analisi a cui era stato sottoposto Beke risultavano imprecise.</div><div class="article" style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="article" style="text-align: justify;">Da qui, presa visione delle carte, la decisione della Wada di revocare la pena, 18 mesi di stop, inflitta al triatleta. Decisione che non ha comunque placato il diretto interessato che, fallita una trattativa con l'Agenzia Antidoping, ha dato mandato al suo legale di chiedere un ingente risarcimento danni alla stessa (221.000 euro). Sotto accusa sono finiti anche i laboratori di Gent (Belgio) e Colonia (Germania), responsabili delle analisi svolte sui campioni di sangue del triatleta.</div><div class="article" style="text-align: justify;"><br />
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</div><div class="article" style="text-align: justify;"><b>PILLOLA 5</b></div><div class="article" style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="article" id="article_body_cnt" style="text-align: justify;"></div><div class="article" style="text-align: justify;"><b><span style="font-size: x-large;">Doping di regime</span></b></div><h2 class="article" style="text-align: justify;">Prima della caduta del muro di Berlino, i dirigenti della DDR obbligavano gli atleti ad assumere sostanze dopanti. Ora questi ultimi chiedono i danni.</h2><div class="article" style="text-align: justify;"><img alt="olimpiadi,doping,processo,ddr,germania est" src="http://www.sport.it/fnts/sport/immagini/283x298/ddr101.jpg" title="ddr" width="283" /> <i id="copyright-cnt" style="width: 283px;"></i><i id="author_and_date_cnt">Brian Stefen Paul 29/04/2005</i> Prima della caduta del muro di Berlino, i dirigenti della DDR obbligavano gli atleti ad assumere sostanze dopanti per raggiungere successi a livello internazionale da sfruttare in chiave propagandistica. L’intenzione era di esportare all’estero l’immagine di una società sana e in costante sviluppo, capace di produrre di tutto, anche campioni di fama mondiale. Per quanto, però, si possa parlare dei progressi compiuti nel campo della scienza e, nella fattispecie, nel campo dei farmaci, l’uso di sostanze anabolizzanti spesso porta a tragedie e, a volte, alla morte. </div><div class="article" style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="article" style="text-align: justify;">Coloro che ancora la pensano diversamente dovrebbero riflettere sulle conseguenze devastanti che il doping ha avuto su diversi ex atleti della Germania Est, che soffrono di cardiopatie, disfunzioni epatiche e diverse forme di cancro. Naturalmente si parla di coloro che sono ancora in vita. A quasi 16 anni dalla caduta del muro vi sono esseri umani che ancora pagano le conseguenze di queste azioni. Molti campioni sono morti e quelli sopravvissuti sono affetti da diversi tipi di malattie: “Non mi riferisco a semplici disturbi che possono essere curati con un intervento chirurgico, ma di cancro, cardiopatie e cirrosi epatica” dice l’ex lanciatore Birgit Boese, costretto all’uso di anabolizzanti sin dall’età di 11 anni.</div><div class="article" style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="article" style="text-align: justify;">Le vittime di queste pratiche irresponsabili, che sono più di 160, hanno ora deciso di citare in giudizio la casa farmaceutica che produceva gli steroidi, la Jenapharm, chiedendo 3,2 milioni di euro in risarcimento. Il farmaco sotto accusa si chiama Oral-Turinabol ma, dal suo canto, l’azienda sostiene di essersi sempre mossa nella legalità e con il consenso dell’allora regime e di non poter essere ritenuta responsabile. La Jenapharm è stata privatizzata nel 1991 e appartiene ora alla Schering. "Questa storia sa di periodo post-nazista, quando nessuno si voleva assumere la responsabilità dei crimini commessi. Ma chi potrà mai spiegare alla nuotatrice Catherine Menschner perché ha abortito sette volte e non è mai diventata madre?”, questo uno dei quesiti che Boese intende porre durante il processo. </div><div class="article" style="text-align: justify;"><br />
</div><div class="article" style="text-align: justify;">L’avvocato degli ex atleti, Michael Lehner, si dice fiducioso del risultato ed è pronto a ricorrere anche alla giustizia europea: "Magari l’Oral-Turinabol era legale ma altri medicinali non lo erano. Era, inoltre, contro la legge non informare gli atleti sui rischi che si prendevano assumendo queste sostanze”. Secondo alcuni rapporti della Stasi, i famigerati servizi segreti della DDR, la Jenapharm forniva agli allenatori anche sostanze illegali, tacendo sui loro effetti collaterali.</div>Unknownnoreply@blogger.com0