Quando le sostanze dannose messe al bando negli sport possono rivelarsi preziosi strumenti per lo sviluppo
di nuove terapie e cure per la vita di tutti i giorni dei cittadini

CRONOLOGIA DEL DOPING

Sempre più spesso ascoltiamo rimpiangere quanto fosse pulito lo sport del passato. Eppure, scorrendo almanacchi dai fogli ingialliti, consunti articoli di quotidiani o pesanti volumi di storia dello sport, ben pochi sembrano essere gli indizi a riprova di questa romantica visione delle cose. Al contrario, sembra proprio che quella del doping sia una pratica vecchia quanto lo sport.
Milano: Garzanti, 2008




Per scoprire il primo caso ufficiale di doping nel mondo del ciclismo bisogna postdatare il calendario al 1886, quando il ciclista gallese Arthur Lindon morì a seguito dell’assunzione di Tremitil nella gara Parigi-Bordeaux. Nel 1904, l’americano Thomas Hicks, dopo aver vinto la maratona olimpica di Atene, venne colto da un grave malore, e morì in conseguenza dell’impiego di stricnina. Stessa sorte per Dorando Petri durante la maratona olimpica di Londra del 1908. Nel 1949, al termine della corsa ciclistica Milano-Rapallo, Alfredo Felzini morì a causa dell’ingestione di simpamina e steamina. Nel 1960, alle Olimpiadi, il ciclista danese Hurt Hensen decedette per overdose da amfetamine. È tristemente famosa la morte del ciclista Tommy Simpson, durante il Tour de France del 1967, nell’ascesa al monte Ventoux, causato dalle stesse sostanze. Questo caso passa alla storia in quanto rappresenta la prima morte causa doping certificata nella storia.

Tale fatto ha portato alla nascita del primo elenco di sostanze dopanti che infatti risale al 1968, ed è stato redatto dal CIO (Comitato Olimpico Internazionale). All’inizio conteneva solamente stimolanti e narcotici ma, negli anni successivi, se non ricordo male nel ’73, sono stati inseriti gli steroidi di sintesi e solamente nei primi anni ‘80 il testosterone. La lista si è via via aggiornata negli anni, fino al 2004, anno in cui è stata istituita la WADA (World Anti-Doping Agency), che ha redatto una sua lista contenente tutto quello che, fino ad oggi, conosciamo come sostanze dopanti.

Da Arthur Linton a Valentino Fois, passando per Tommy Simpson, Marco Pantani e José María Jiménez, altro leggiadro e tossico scalatore finito in depressione cronica, la storia del ciclismo è storia di morti esplicite e misteriose, morti sospette, come quella di Jacques Anquetil, il dandy che a ogni arrivo pretendeva di trovare ostriche, champagne e foie gras ma chissà alla partenza... o quella recente del sudafricano Ryan Cox. Testimoni, pentiti e gole profonde hanno raccontato negli anni tutto quello che c’era da sapere sul tema. Dalle bombe sciolte nelle borracce al doping ematico di oggi, passando per corticoidi, anabolizzanti, l’Epo, il doping è diventato negli anni '90 scientifico e sistematico, numerosi sono stati i casi, tristi gli esiti, amare le statistiche. Molti sono gli eventi ad avere suscitato scalpore ma ormai anche queste notizie sembrano non destare più scandalo, sembra quasi l'opinione pubblica ne sia satura.

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