Quando le sostanze dannose messe al bando negli sport possono rivelarsi preziosi strumenti per lo sviluppo
di nuove terapie e cure per la vita di tutti i giorni dei cittadini

SPORT, DOPING E PSICOPATOLOGIA: CONFINI NON SEMPRE NETTI

 In certi casi lo sport stesso può essere considerato come una droga. La competizione sportiva compulsiva può essere paragonata a una forma di tossicomania per ragioni non soltanto fisiologiche ma anche psicologiche

A priori, lo sport e la droga non hanno assolutamente nulla in comune. Sono due mondi profondamente antinomici. La droga evoca l'idea di debolezza, di alienazione, di imbrogli, di decadenza, di depressione e di morte. Lo sport, al contrario, è sinonimo di forza, di dirittura morale, di superamento di se stessi, di lealtà, di potenza e di vita. Da sempre, la pratica dello sport è raccomandata per indurre lo sviluppo fisico e l'elevazione morale della personalità. Viene spesso proposta come mezzo di prevenzione dei comportamenti antisociali e dei rischi di tossicomania.
Ci sono volute le questioni relative al doping, estremamente pubblicizzate dai media, perché il pubblico realizzasse che esiste un legame importante tra questi due mondi.
In certi casi lo sport stesso può essere considerato come una droga. La competizione sportiva compulsiva può essere paragonata a una forma di tossicomania per ragioni non soltanto fisiologiche ma anche psicologiche.
La competizione sportiva compulsiva può essere paragonata a una forma di tossicomania per ragioni non soltanto fisiologiche (stimolazione della liberazione di endorfine) ma anche psicologiche.
Ricordiamo che l'esercizio fisico intenso aumenta anche la secrezione di prolattina, dei corticosteroidi e
dell'ormone della crescita; questi diversi ormoni, associati alle endorfine, possono modificare l'umore.
Se praticato in modo esagerato, lo sport è talvolta sintomatico dell'esistenza di un problema psichico.
Per i soggetti che soffrono di tali difficoltà, la tentazione di ricorrere al doping è forte e, in caso di pratica
prolungata, c'è un rischio notevole di cadere nell'uso di droghe sempre più potenti per riempire un vuoto e
compensare uno stato depressivo, legato in parte a disfunzioni neurobiologiche cerebrali indotte, a lungo andare, proprio dai prodotti dopanti.
La pressione del gruppo e la possibilità di notevoli guadagni possono spingere una gran parte degli atleti a ricorrere al doping. Soprattutto oggi che si può ordinare qualsiasi prodotto via Internet, tra cui gli steroidi
anabolizzanti, i corticosteroidi, i beta bloccanti, gli stimolanti del sistema nervoso centrale, ecc.
Per saperne di più al riguardo riportiamo di seguito il link che porta ad un articolo di di Jean Jacques Déglon che si è interessato del caso.
http://www.medicinatossicodipendenze.it/pdf/MDT%2028%20articolo%20Dglon1.pdf

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