Quando le sostanze dannose messe al bando negli sport possono rivelarsi preziosi strumenti per lo sviluppo
di nuove terapie e cure per la vita di tutti i giorni dei cittadini

NUOVE FRONTIERE DELL' ANTIDOPING

Il doping: il passaporto biologico
Come funziona il nuovo strumento per la lotta al doping?
04.05.2010 11:00 di Mario Spairani   
Pellizzotti, Valjavec, Rosendo ed altri ciclisti sono stati proprio in questi giorni sospesi dall'attività. La rete dell'antidoping stringe le maglie, e diventa più difficile sfuggire ai controlli incrociati sangue/urine, alla frequenza dei controlli, spesso anche fuori dalle competizioni, ma soprattutto al passaporto biologico.
Ma cos’è il passaporto biologico?
Sulla base di quali dati viene costruito questo passaporto, e come può essere utilizzato per contrastare la diffusione del doping?

Sul sito dell’UCI (Union Cycliste Internationale) si legge:
Un passaporto biologico è una raccolta di documenti elettronica individuale, che contiene tutti i risultati dei test antidoping relativi ad un determinato periodo di tempo. Tale passaporto conterrà per ogni corridore i seguenti dati:
risultati dei test sulle urine
risultati dei test sul sangue
un profilo ematologico, ottenuto dalla comparazione dei parametri ematologici risultanti da una serie di esami del sangue.
un profilo ormonale steroideo, risultante dalla comparazione dei parametri ormonali risultanti da una serie di esami delle urine
.”
(Rif.: http://www.uci.ch/templates/UCI/UCI5/layout.asp?MenuId=MjI0NQ&LangId=1 - sezione "Questions and answers"),

Sempre sul sito dell’UCI, più avanti vengono spiegate più in dettaglio le modalità con cui si crea il database storico di valori relativo a ciascun ciclista; ecco un estratto:

Durante la stagione (sul sito si fa riferimento specifico al 2008) ogni ciclista si sottoporrà a:
esami del sangue, la maggior parte dei quali al di fuori delle competizioni, al fine di stabilire il profilo ematologico dell’atleta.
Esami delle urine, la maggior parte dei quali al di fuori delle competizioni, al fine di stabilire il profilo ormonale/steroideo dell’atleta.
Test isolati durante le competizioni. Tali test non concorreranno alla creazione del profilo ematologico e steroideo dell’atleta.
Test isolati al di fuori delle competizioni, al fine di aggiornare alcuni parametri o con l’obiettivo specifico di rintracciare alcune sostanze.


In pratica, tramite un accurato sistema di raccolta dati viene creato per ciascun ciclista il profilo tipo, corrispondente alle condizioni normali dell'atleta; questi dati vengono preferibilmente raccolti nel periodo “di riposo” di ciascun ciclista, cioè lontano da ogni competizione, ma anche dai periodi di allenamento più intenso. Tale profilo funge poi da parametro di confronto per ogni valore che verrà riscontrato sull'atleta durante i controlli nei periodi di gara o di allenamento.
Ovviamente, è fondamentale la creazione di un profilo ematologico e steroideo il più accurato possibile, in modo da determinare, per ciascun atleta, le caratteristiche tipo con un margine di errore molto ristretto, e di conseguenza porre in risalto ogni variazione sospetta.

Tutto questo, sulla carta, è molto bello e potenzialmente apre nuove frontiere nella lotta al doping, ma ha avuto bisogno di un paio di anni di rodaggio prima di arrivare a dare i risultati significativi che stiamo apprezzando in questi giorni.
Per permettere questi risultati, è stato fondamentale introdurre nella normativa antidoping il concetto secondo cui un ciclista, anche in assenza di tracce di prodotti dopanti, possa comunque essere considerato positivo all'antidoping in caso di variazioni significative dei parametri ematologici, sulla base dello storico riassunto nel suo passaporto biologico.
Sul sito UCI, alla specifica domanda:
“E’ possibile aprire un procedimento per doping sulla base del profilo ematologico?”
viene risposto positivamente, e questo in funzione delle nuove normative; al punto 23 delle “Anti-Doping rules” scaricabili dal sito UCI si legge:
Ciascuna delle seguenti situazioni costituisce prova di aumento del trasferimento di ossigeno (nel sangue):
 - L'analisi di un campione di sangue da parte di un laboratorio approvato dall'UCI, che dimostri una quantità di emoglobina o un indice di stimolazione più alti del limite, estrapolato sulla base dello storico del ciclista, quindi del suo pasasporto biologico.
 - Una sequenza di 6 o più valori di emoglobina o di indice di stimolazione, mostrati da esami del sangue svolti da laboratori approvati dall'UCI, con risultati deviati rispetto a quelli ottenuti sullo storico del ciclista
.”
Ciò significa, per esempio, che se un ciclista con ematocrito normalmente compreso tra 40 e 42 mostrasse, alla vigilia di un'importante competizione, un valore di 48, ciò sarebbe condizione sufficiente ad aprire verso l'atleta un procedimento per doping. Queste valutazioni vengono fatte sulla base di analisi statistiche dei dati, e la positività viene considerata solamente laddove tale analisi statistica offra una certezza pari al 99.9%, sul fatto che il valore incriminato ritrovato sul ciclista sia significativamente diverso dai suoi valori storici precedenti. Laddove un valore (o una serie di valori) diverso dallo storico non offra una probabilità almeno pari al 99.9%, tale valore non potrà essere considerato per l'apertura di un procedimento per doping.

Inoltre, l'UCI ha cominciato a praticare assiduamente un'altra strada nella lotta al doping, anch'essa resa possibile dall'introduzione del passaporto biologico, e cioè quella dei controlli mirati.
Si tratta di test specifici, per la ricerca di eventuali prodotti che possano aver contribuito alla variazione dei parametri anomali riscontrati dal confronto con il passaporto biologico.
Per esempio, un corridore con un tasso di emoglobina superiore al suo storico, ma con una differenza non tale da far scattare di per se la procedura per positività al doping, verrà probabilmente sottoposto ad un test mirato per la ricerca di EPO.
In questo modo è stata colta la positività di Massimo Giunti ad inizio stagione, poi confermata dalle ammissioni dello stesso ciclista; sulla stessa falsariga è stata condotta anche l'indagine che ha condotto alla scoperta di EPO esogena nei campioni del ciclista spagnolo Vazquez Hueso, resa nota il 26 Aprile.

Certo è che siamo solo agli inizi. Non sarà facile cogliere tutti i furbi che cercano scorciatoie tramite il doping, ma di certo con l'utilizzo del passaporto biologico l'UCI e l'anti-doping in genere possono contare su un'arma in più in questa difficile lotta.

Fonte:http://www.spaziociclismo.it

Nessun commento:

Posta un commento